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Cronaca

JESI Lions Club, continuano le donazioni al “Carlo Urbani”

Oltre ai Dpi, un frigorifero per il laboratorio di analisi e un ventilatore polmonare

JESI, 11 aprile 2020 – Il Lions Club di Jesi continua a dare aiuti concreti all’ospedale “Carlo Urbani”.

Dopo la donazione di marzo di 3 mila cuffie, 3 mila guanti, 40 occhiali di protezione, 700 camici usa e getta e televisori, i dispositivi di protezione individuale destinati ai reparti sono stati incrementati: altri 700 camici usa e getta, 40 visiere facciali e 70 tute protettive.

Non potendo l’associazione acquistare direttamente dal fornitore per questioni di fatturazione, la Baldi Carni, attraverso il titolare Emiliano Baldi, si è prestata a fornire la sua partita Iva per l’acquisto del materiale con successivo rimborso da parte del Lions.

«Vogliamo ringraziare pubblicamente Emiliano Baldi per la sua disponibilità e sensibilità», fa sapere l’associazione.

Al laboratorio di analisi del “Carlo Urbani” è stato consegnato e messo in funzione un frigorifero per i reattivi Pcr-Covid in tempi rapidissimi grazie alla ditta Elettroqualità.

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Ma le donazioni del Lions non finiscono qui: proprio questa settimana è stato consegnato un ventilatore polmonare Airvo2 utilizzabile esclusivamente in ospedale. Si tratta di un umidificatore con generatore di flusso integrato, prezioso per le unità operative Covid, e destinato a pazienti con insufficienze respiratorie che necessitano di terapie a lungo termine.

Ottenuto grazie alla Carbini Srl, anche questa ricerca non è stata priva di difficoltà.

«Il nostro impegno è stato massimo – spiega il presidente Roberto Pacini – nel cercare di dare un contributo concreto e il più immediato possibile pensando, in primis, al personale ospedaliero, al quale non smetteremo mai di indirizzare il nostro ringraziamento, ai ricoverati, dando loro la possibilità di seguire i notiziari, anche se in isolamento, tramite le tv, e alla struttura del “Carlo Urbani”, beneficiato con apparecchiature necessarie per combattere l’emergenza coronavirus».

L’emergenza sanitaria, nella sua gravità e nelle sue conseguenze socio-economiche, ha comunque acceso – o forse solo portato alla ribalta – uno spirito di solidarietà che interessa istituzioni, associazioni di volontariato, aziende grandi e piccole, privati cittadini, dimostrando di poter tenere accesa la speranza solo con la collaborazione di tutti gli elementi della società.

(nelle foto il dottor Marco Candela, la dottoressa Anna Maria Schimizzi e la dottoressa Francesca Brecciaroli del laboratorio analisi)

(e.o.)

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