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Cronaca

JESI L’OMAGGIO A SEBASTIANO D’ONOFRIO NELLA CAMERA ARDENTE DEL SUO CENTRO DI VIA BOCCONI

camwera4JESI, 24 luglio 2016 – Tanti, tantissimi, da stamattina, alla camera ardente allestita al piano terra del suo centro multispecialistico di via Bocconi, dove c’era anche il suo ufficio. Nel pomeriggio arriverà anche il Sindaco.

Attoniti, increduli, commossi, nello stringersi attorno ai familiari di Sebastiano D’Onofrio che proprio ieri, poco dopo le 13, all’improvviso, ci ha lasciati nel giorno del suo 72mo compleanno. Un infarto, è stato un attimo, mentre leggeva il giornale.

Nostra sorella morte, si sa, non avverte mai del suo arrivo ma, come tra le lacrime ha sussurrato uno dei figli, Riccardo “se n’è andato da par suo, solo lui poteva farlo così…”. C’erano anche gli altri tre, di figli, Marco, Simona, Emanuela, composti nel loro grande dolore.

Attorno al feretro le foto della Jesina Calcio, una maglietta rossa dei leoncelli appoggiata sulla bara, i colori dell’Inter sullo sfondo. La Beneamata, sua altra grandissima passione.

Sebastiano è stato, infatti, uno dei soci fondatori, 25 anni fa, dell’Inter Club Jesi e ne era divenuto presidente onorario. La sede, la stessa dell’associazione dei Marinai d’Italia, della quale era fiero e orgoglioso presidente.

cameraMa era attivo ovunque, non solo nel mondo sportivo che, pure, era la sua vera casa, tanto che nel suo centro arrivò per prima, in città, la branca della medicina dello sport: Cavaliere della Repubblica, socio del Circolo Cittadino, del Panathlon, del Club Nova Aesis, anni di calcio – ma pure di volley con la mitica Tre Valli – non solo l’esperienza alla Jesina, anche con le squadre minori alle quali faceva da patron e nelle quali avevano tirato i primo calci Michele ManciniUgo Coltorti e Marco Fida.

Amava i giovani calciatori e il settore giovanile lo seguiva con particolare attenzione. Entrambi lì, stamattina, Mancini e Coltorti, accanto al suo feretro.

“Un amico – ci dice Michele – una persona alla quale volevo bene e mi voleva bene. Ero un ragazzino quando ho incominciato a tirare i primi calci nella sua squadra. Poi la Jesina, dove l’avevo convinto a entrare. Un personaggio spumeggiante, anche lì”.

Sebastiano D'Onofrio

Sebastiano D’Onofrio

“Ha fatto tanto nello sport – il ricordo di Stefano Gasparetti – un grande amico. Eravamo stati di recente a cena insieme. Con lui un legame che andava al di là della passione per il calcio. Lui era una persona che ti aiutava sempre, non era mai un problema parlargli”.

L’ultima intervista proprio pochi giorni fa su Portobello’s, che uscirà martedì 26, il giorno dopo il suo funerale.

Intervista nella quale ricorda le sue origini abruzzesi, Giulianova, dove era nato, e aveva “mosso i primi passi nella professione di odontotecnico”.

Il dover andar via con “la mitica valigia di cartone” che aveva conservato e che mostrava ancora orgogliosamente.

“Ho insegnato a tanti – racconta ancora – ho dato lavoro a molte persone, non mi sono arricchito perché il mio carattere me lo ha impedito. Ma quando ci ripenso mi basta guardare la mia valigia, la foto della mia vecchia casetta…”.

Il feretro muoverà domani mattina, 25 luglio, alle 9.45, dal centro multispecialistico per il santuario di Santa Maria fuori Monsano dove verrà officiato il rito funebre. La sepoltura nel locale cimitero.

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