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Cronaca

JESI LUAJ: A LEZIONE DI SATIRA CON GLI ONAFIFETTI

«Soddisfatti, il pubblico ha molto apprezzato dimostrando che ci vuole sempre molto bene»

JESI, 17 maggio 2019 – Una serie di tre lezioni tenute dagli Onafifetti alla Luaj, la Libera università degli adulti di piazzale San Francesco, conclusasi la scorsa settimana, sulla satira, declinando l’impiego della stessa, in occasione dell’ultimo appuntamento, nel cabaret, la forma di spettacolo nella quale i nostri sono maestri, avendo cavalcato le scene da più di mezzo secolo.

Onafifetti rappresentati da Mario Sardella e Giovanni Filosa, non al completo dunque, ma con le assenze, giustificate, di Piergiorgio Memè e Marta Tacconi.

«Piergiorgio – dicono i due – perché ha voluto usufruire di quota 100 per cui ha lasciato largo ai giovani, cioè noi. Marta è impegnata a fondo, in questi mesi, nel suo lavoro di pianista e insegnante, per cui non poteva assolutamente essere presente, è alle prese con i suoi autori preferiti, ovviamente sempre meno di quanto lo siamo noi».

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Giovanni Filosa e Mario Sardella, gli Onafifetti, alla Luaj

Un’ora di vero spettacolo che ha tenuto attento e divertito il pubblico, nella sala affollata, a godersi un excursus temporale dagli anni Sessanta a oggi, intercalato da tre presentazioni con 16 canzoni, tra personaggi e avvenimenti che hanno lasciato la loro impronta nella grande e piccola storia di tutti i giorni.

«Soddisfatti per chi è venuto ad ascoltarci, che ha molto apprezzato, dimostrando che il pubblico ci vuole sempre molto bene. Una bella esperienza, quella di chiudere così la serie di tre lezioni che abbiamo tenuto quest’anno alla Luaj».

Ovviamente sotto i riflettori i personaggi che amministrano la nostra città, primo tra tutti il sindaco Massimo Bacci, al quale nel pezzo dal titolo molto esplicativo di Bacc Man fanno cantare “la cambio io ‘sta Jesi / che io rifarò da cima a piè / ma c’ho un problema da superare / non c’ho più statue da spostare“.

Ma anche le questioni che hanno suscitato dibattito, come quella delle piste ciclabili, sull’aria della celebre Bartali di Paolo Conte, proposta con: “Quante vie ridotte a stracci / quante piste ha fatto Bacci / ma non ci pensi che Jesi è un po’ un salita / e arriva’ al Murri non è poi una gita / Gli jesini lo rispettano ma le balle un po’ gli girano / e lui ci fa:«Dovete andare in bici…» / ma fa ‘l piacere in bici vacci tu!“.

Per chiudere, alla fine, con un coinvolgente Tanto pe’ cantà. Chissà se anche il prossimo anno la libera docenza sarà confermata.

«Il prossimo anno? Se ci saranno ancora la possibilità e la voglia di andare avanti, baseremo le nostre lezioni, vista l’aria che tira…,  su “Satira e demenza: è più demente chi fa satira o la satira la fanno solo i dementi?“. Sembra una frase tratta dal film Comma 22». Comunque, tutti invitati…

Pino Nardella

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