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JESI Luca Rocchetti tocca il cuore con la sua fisarmonica

Serata di emozioni nella chiesa Regina della Pace, un viaggio nella magnifica imperfezione dello strumento

JESI, 27 settembre 2020 – Soffio armonico. È questo il significato etimologico di fisarmonica, dal greco ϕῦσα «soffio» e ἁρμονικός «armonico».

A livello tecnico si tratta di uno strumento aerofono, cioè che emette suoni grazie alla colonna d’aria che si genera al suo interno con l’apertura e la chiusura del mantice, che è il cuore della fisarmonica.

Dunque, uno strumento che respira. Respira e armonizza le note liberate dal tocco delle dita sui tasti. E chi suona diventa creatore del movimento continuo ma sempre differente del soffio e del respiro.

Louis Armstrong diceva che si deve amare per poter suonare”. Allora chi suona deve far corpo con lo strumento, avere dentro di sé calma, armonia e musica, “lasciarsi intenerire dall’armonia concorde di suoni dolcemente modulati”, come scriveva Shakespeare.

Peculiarità, tutte, che certo non mancano a Luca Rocchetti che, abbracciato alla sua Giustozzi,  venerdì  scorso, 25 settembre, nella chiesa della parrocchia Regina della Pace ci ha regalato un’emozionante serata.

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Cristiana Filipponi ha presentato la serata

Le metafore della fisarmonica con la vita potrebbero essere tante. Lo stesso Garcia Marquez definiva la fisarmonica un “mantice nostalgico, amaramente umano” forse perché la caratteristica della fisarmonica è proprio l’imperfezione quando, con un certo registro, al suo interno suonano due armoniche contemporaneamente, accordate sulla stessa ottava ma non sulla stessa frequenza producendo appunto un suono imperfetto.

E forse è proprio per questo che la fisarmonica ci tocca il cuore e ci commuove, per la sua precisissima imperfezione.

Tradizionalmente considerata uno strumento marginale destinato alla musica popolare e d’intrattenimento, con il tempo la fisarmonica è riuscita ad avere una maggiore identità e ad essere utilizzata per molti generi musicali che vanno dal folk fino al classico e al jazz, insomma “lo strumento più completo e più universale che ci sia” come afferma Richard Galliano, oggi sicuramente il fisarmonicista più conosciuto al mondo e principale artefice della fisarmonica quale strumento dalle innumerevoli capacità espressive.

Quelle che Luca Rocchetti  ci ha fatto gustare, portandoci attraverso il soffio armonico della sua Giustozzi e la sua passione per la musica in generale e per li suo strumento in particolare, in un viaggio ricco di emozioni, colori e sfumature.

Grazie alla sua ottima tecnica e alla sua grande competenza e attitudine musicale, ci ha introdotti in un percorso composto da brani diversi per provenienza, sonorità e colore che hanno spaziato da Bach, Marcheselli, Bacalov, Galliano, Piazzolla fino all’originalità delle sue composizioni: Teotango, Ti ricordi, Ballata per Josephine, Ave Maria, chiudendo la serata con un ultimo brano intitolato Quiet Dog accompagnato dalla ritmica della chitarra di Francesco Lotito.

Un respiro musicale condiviso che, sorto dal mantice dello strumento in armonia con le note, si è propagato nell’aria toccando le corde delle emozioni di chi era presente e facendole vibrare.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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