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JESI L’UOMO CHE PLASMÒ I MUSCOLI DEI GRANDI CAMPIONI

Nazareno Rocchetti ex fisioterapista della nazionale di atletica leggera

Una serata al Panathlon con Nazareno Rocchetti, ex fisioterapista della nazionale di atletica leggera e di altre discipline  sportive, attualmente artista di fama internazionale

 

JESI, 30 settembre 2019 – Arriva la serata Panathlon che ha sparigliato le carte in tavola, pronte sul tavolo per una normale chiacchierata intorno all’argomento “Il corpo nell’arte e nello sport”, relatore Nazareno Rocchetti, l’ex fisioterapista della nazionale sia di atletica leggera sia dei maggiori atleti in quasi tutte le discipline sportive, poi diventato più recentemente un pittore e scultore a carattere internazionale.

Le ha sparigliate perché una tavolata/auditorium così attenta e partecipe non si vedeva da tanto tempo. Presente anche il presidente del Panathlon di Senigallia, Stefano Ripanti. Accolto e introdotto dal presidente Fabio Fittaioli (foto in primo piano), Rocchetti ha raccontato dei corpi che ha manipolato (fra questi uno dei più importanti è stato quello di Pietro Mennea) per far sì che mente e corpo stesso rendessero al meglio nelle gare cui prendevano parte da protagonisti.

Figlio di contadini, genitori e figli abituati a vivere a contatto con la natura vicino a Filottrano, dove non si mangiava mai regolarmente ma quella era la “regola” di chi ha visto la luce in un dopoguerra che stava per tradursi, anni dopo, in boom economico, Rocchetti ha seguito la strada del suo istinto. Fino ad arrivare a essere il fisioterapista di riferimento in campo internazionale, specialmente nell’atletica, portandolo a “frequentare” olimpiadi, campionati del mondo, europei, sentirsi fra le sue mani corpi che di lì a poco avrebbero dato all’Italia, e a lui in particolare, una grande soddisfazione. Poi, stanco di guerra, ha visto che le mani gli partivano quando toccava il legno, la materia degli alberi della sua campagna, o il marmo o la pietra.

mennea-rocchetti-1210129 Rocchetti con Gianni Bambozzi ex Governatore Panathlon Rocchetti con Proietti Mosca Rocchetti con Fittaioli rocchetti_panathlon
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E le sue mani, con attrezzi e idee nuove, hanno dato vita a lavori che oggi puoi trovare in ogni museo d’Italia e non solo.

«Debbo ringraziare il critico d’arte Armando Ginesi che un giorno mi chiese di “trattare” il pittore Josè Guevara, spagnolo, grande artista, che viveva a Jesi, uno dei protagonisti dell’informalismo spagnolo che mantiene, nella materia, le caratteristica del suo astrattismo tutto speciale, definito “Oleo por combustiòn del pigmento” ottenuto con l’uso del fuoco.  Lui mi disse: tu un giorno sarai il mio erede … col fuoco».

La filosofia di vita di Rocchetti la trovi non solo nella grandezza e struttura dei corpi che ha trattato per i trionfi poi raggiunti (alcune nostre schermitrici lo hanno avuto come preparatore e con loro Mennea, Bordin, la Dorio, la Simeoni, persino Nureyev il grande ballerino russo e decine di altri nomi), ma anche nel come ha dato vita, con il marmo, bronzo o con il legno, ad opere di grande impatto artistico e spirituale. Pochi giorni fa, nell’occasione dell’anniversario del record del mondo di Pietro Mennea di quarant’anni fa (19,72 nei 200 metri a Città del Messico, con Mennea che abbraccia, stremato, Rocchetti dopo la vittoria, all’arrivo) il quotidiano “La Repubblica” ha dedicato una pagina e mezza a un’intervista a cuore aperto con Rocchetti, perché dietro a ogni impresa c’è certo la capacità e ci sono doti e talento dell’atleta ma anche la preparazione certosina di chi prepara ed educa il tuo fisico e la mente ad imprese quasi impossibili.

Rocchetti, che gli antichi avrebbero definito “lungocrinito” e che io chiamo “Il pirata” da sempre, è un viaggiatore che ha conosciuto tanti porti, ci si è fermato, in ciascuno di essi ha appreso qualcosa della vita che lo ha fatto diventare grande. Per qualcuno forse è stato un po’ scomodo, viste la sua schiettezza e la sua eccessiva ricerca della verità, ed anche al Panathlon di Jesi hanno capito la lezione di vita di un uomo senza tempo e senza età.

Giovanni Filosa

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