Attualità
JESI “MADAMA BUTTERFLY” APRE LA STAGIONE LIRICA DEL PERGOLESI
16 Ottobre 2019
Le Sale Pergolesiane hanno ospitato la presentazione ufficiale
JESI, 16 ottobre 2019 – “Madama Butterfly” inaugura la 52esima Stagione Lirica di Tradizione del Teatro Pergolesi. Venerdì 18 ottobre alle 20.30 e domenica 20 alle 16, anteprima giovani stasera, la tragedia giapponese di Puccini sarà protagonista del Massimo jesino. Presentazione ufficiale, questa mattina, nelle Sale Pergolesiane.
«Sono molto soddisfatto del lavoro della Fondazione che ha superato la situazione di non equilibrio in cui si trovava» ha detto il sindaco Massimo Bacci ricordando il Festival Pergolesi Spontini appena concluso.
«Nel Teatro confluiscono nuove leve, giovani, e marchigiani – ha evidenziato l’amministratrice delegata Lucia Chiatti -. Abbiamo registrato un 10% di abbonati in più per la lirica: il territorio sostiene il nostro lavoro».
«Il nostro teatro può permettersi di rischiare – ha aggiunto il direttore artistico Cristian Carrara -. Abbiamo coinvolto i ragazzi del progetto Sipario Bis Bis e possiamo contare sulle coproduzioni: Madama Butterfly è infatti coprodotta insieme al Teatro di Treviso e al Teatro di Ferrara». Sarà Carrara a condurre, venerdì ore 19 e domenica alle 15, ingresso gratuito, l’incontro “La trama prima dell’opera” per raccontare al pubblico lo spettacolo che andrà a vedere.
La tragedia sarà diretta da David Crescenzi: «Grande eredità di Puccini, l’opera lascia poco spazio agli interpreti in quanto il compositore lucchese ha lasciato una partitura dettagliata di questa opera complessa e intimistica».
La regia è di Matteo Mazzoni: «Essendo originario di Jesi per me tornare al Pergolesi significa lavorare a casa. Questo spettacolo ha avuto una lunga gestazione, sono contento che venga messo in scena qui. Madama Butterlfy non è una vera storia d’ amore, per una storia d’amore bisogna essere in due».
L’allestimento della Romanian National Opera di Cluj-Napoca è stato realizzato dalla Fondazione Pergolesi Spontini. Sul podio la Form, Orchestra Filarmonica Marchigiana; canta il Coro Lirico Marchigiano “Bellini” diretto dal maestro Davide Dellisanti. Le scene sono di Benito Leonori, che ha scelto un gioco di carte per costruire un mondo fragile, i costumi di Patricia Toffolutti, video designer Mario Spinaci, le luci sono di Ludovico Gobbi, illustrazioni di Riccardo Cecchetti, assistente alle scene Elisabetta Salvatori.
Protagonisti dell’opera sono il soprano Silvia Pantani nel ruolo di Cio-Cio-San alias Madama Butterfly, la giovanissima sposa giapponese del tenente della Marina americana Pinkerton, interpretato dal tenore Francesco Fortes; il mezzosoprano Ilaria Ribezzi è Suzuky, il baritono Italo Proferisce affronta il ruolo del console Sharpless.
Completano la compagnia di canto Katia Di Munno (18/10) e Margherita Hibel (16 e 20/10) che si alternano nel ruolo di Kate Pinkerton, Claudio Zazzaro (Goro), Dielli Hoxha (Il principe Yamadori – Il commissario imperiale), Andrea Tabili (Lo zio Bonzo), Luca Giorgini (Lo zio Yakusidé), Andrea Cutrini (L’ufficiale del registro), Eleonora Nota (La zia), Carmela Osato (18/10) e Yue Wu (16 e 20/10 ) che interpretano il ruolo della cugina, So Hyun Lee (18/10) e Lucia Conte (16 e 20/10) si alternano nel ruolo della madre.
Giacomo Puccini scelse il soggetto dell’opera dopo aver assistito nel giugno 1900 alla tragedia Madame Butterfly di David Belasco, a sua volta tratta da un racconto dell’americano John Luther Long dal titolo Madam Butterfly pubblicato nel 1898. Il soggetto giapponese attivò l’interesse che Puccini provava nei confronti dell’elemento esotico, che agli inizi del Novecento era ingrediente oramai sperimentato della teatralità d’epoca.
Per caratterizzare l’atmosfera interrogò artisti e personalità della cultura giapponese, annotò melodie su pentagrammi, ascoltate da dischi provenienti da Tokyo, consultò pubblicazioni che riportavano canti originali. Madama Butterfly andò in scena per la prima volta il 17 febbraio 1904 al Teatro alla Scala su libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa edito da Ricordi, ma venne inaspettatamente fischiata e si tradusse in un insuccesso. L’opera fu subito ritirata dall’autore e dall’editore, ripresentata con alcuni cambiamenti al Teatro Grande di Brescia dopo tre mesi, essa ottenne il successo unanime di pubblico e critica.
(e.d.)
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