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JESI Maria Teresa Chechile: «Siamo fugaci come i nostri pensieri» (video)

alessandro quasimodo presenta maria teresa chechile

L’evento organizzato dall’associazione Impact alla Sala del Lampadario del Circolo Cittadino, Alessandro Quasimodo: «La poesia quando arriva all’anima è come una preghiera»

JESI, 3 giugno 2021 – Un pomeriggio dedicato interamente alla poesia: Pensieri fugaci. Alessandro Quasimodo presenta Maria Teresa Chechile lo spettacolo-evento che si è svolto sabato nella Sala del Lampadario del Circolo Cittadino.

L’incontro è stato organizzato dall’associazione Impact di Jesi con la collaborazione di Italia Nostra – Sezione di Jesi, del Circolo di Cultura “Sandro Pertini” Jesi, dell’Associazione Culturale Para un Principe Enano con la presidentessa Olga che si è fatta portavoce della sua cultura cubana mostrandone una peculiarità nella tradizionale danza latino americana, del Uilfpl provinciale Salerno – sezione cultura, della Cantina Colleonorato e con il Patrocinio della Provincia di Ancona.

Un coro plurimo e variegato di voci ha costruito, componimento dopo componimento, l’opera prima della poetessa infermiera Maria Teresa Chechile “Pensieri Fugaci”: Alessandro Quasimodo, poeta e figlio del premio Nobel per la letteratura, Beatrice Testadiferro, direttrice del settimanale diocesano Voce della Vallesina, e Maria Cristina Zanotti, vicepresidente della sezione Italia Nostra di Jesi. Presente, anche l’Oss Annalisa Strappini che ha ricordato l’importanza della scrittura nei momenti più bui, come quello che abbiamo vissuto a causa dell’emergenza sanitaria.

Il libro uno scrigno in cui l’autrice ha custodito memorie di viaggi, persone e impressioni. Quasi un monito per se stessa, per ricordare di essere fatti non solo di corpo ma anche di anima.

«Io mi sento una piccola poetessa – spiega Maria Teresa Chechile – o meglio, preferisco ritenermi un piccolo poeta, al maschile. Perché penso che il poeta come termine generale sia l’espressione di uomo e donna senza distinzione. Chiunque può scrivere e dare voce attraverso i propri sentimenti a ciò che lo aggrada e farlo venir fuori. Ho conservato per anni le mie poesie in un cassetto della mia camera o simil cameretta, era più una stanza di passaggio. E probabilmente anche quello era un segno, il segno del mio passaggio quando un giorno avrei poi spiccato il volo. Non soltanto per venire qui a Jesi dopo un lungo pellegrinare in lungo e in largo per l’Italia come infermiera ma anche con il pensiero stesso. Il libro è proprio questo: una raccolta di tanti piccoli pensieri»

Una raccolta di poesie, prosa e racconti di esperienze vissute intensamente, per sottolineare la natura mutevole e nomade dell’essere umano.

«Noi siamo fluttuanti, ci sembra tutto talmente radicato in noi e poi alla fine ci scopriamo leggeri ma soprattutto fugaci. Siamo di passaggio come i nostri pensieri che talvolta cerchiamo di imbrigliare ma essi vanno via, dove ci portano il cuore, la vita e il destino».

«La prima poesia “Di notte” – continua – è stata quella che mi ha dato il là per dire “Vieni fuori, dove eri finita?” devo ringraziare Alessandro Quasimodo e il professor Armando Ginesi che ha creduto nel libro, raccogliendo tutti questi miei pensieri».

«La poesia quando arriva all’anima è come una preghiera – commenta Alessandro Quasimodo -, ci permette di parlare all’animo di chi regge le sorti di alcuni Stati e di alcune società che però il più delle volte sono assolutamente sordi. La possibilità salvifica della poesia può essere solo quella che noi portiamo avanti nel nostro piccolo e nel nostro grande. Non credo più, però, al fatto che possa essere taumaturgica perché durante tutta la mia vita ho capito che di volta in volta tutto quello che si costruisce e sembra essere accolto viene poi disatteso completamente per interessi personali o rivalità politiche. La poesia se viene ascoltata può sanare anche l’animo di molte persone ma non c’è maggior sordo di chi non vuole ascoltare».

Cora Ceccarelli

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