Segui QdM Notizie

Cronaca

JESI Mario Caroli, primario pronto soccorso: «Non abbassare la guardia»

Mario Caroli

«Fase 2 momento molto delicato, stiamo lavorando tenendo sempre alta l’attenzione»

JESI, 11 maggio 2020Fase 2, vietato abbassare la guardia: finito il lockdown e quindi alleggerite le restrizioni, prosegue il grande impegno del personale sanitario dell’ospedale “Carlo Urbani.

Il dottor Mario Caroli, primario del pronto soccorso, ci racconta il lavoro della struttura jesina: «Vorrei evidenziare il grande lavoro dei medici dei pronto soccorso di tutta Italia che sono in prima linea anche ora: il carico si è abbassato in ospedale ma non al ps. Teniamo alta l’attenzione per non fare errori che possano avere ripercussioni in tutti i reparti: stiamo continuando a lavorare in maniera intensa anche in questa fase che è estremamente delicata. Non dobbiamo assolutamente abbassare la guardia».

All’inizio dell’emergenza hanno colpito le immagini del Cup e del pronto soccorso deserti, qual è adesso la situazione?

«Nella fase acuta le persone non venivano al pronto soccorso per due motivi: avevamo detto di recarsi nella struttura solo per situazioni di estrema necessità e poi perché c’era il pericolo del contagio. In più con il lockdown si poteva uscire solo per situazioni inderogabili. Ora nella Fase 2 c’è un aumento graduale, questo avviene nei ps di tutta Italia: c’è una grande attenzione per quei pazienti che non hanno sintomi classici e per quelli che sono in attesa del risultato del tampone, che non è immediato, e che quindi sostano nelle aree attrezzate. Pur ridotti gli accessi c’è un sovraccarico perché i pazienti sostano più a lungo prima dell’eventuale ricovero».

Pronto soccorso Urbani

Il pronto soccorso di Jesi

«Nella fase acuta il personale, dunque, era andato in affanno per l’elevatissimo numero di persone che erano state contagiate da Covid, ora lavoro intenso perché aumenta tempo di sosta. Abbiamo notato che nella fase acuta, quando per timore del contagio non si veniva, certe situazioni sono peggiorate, mi riferisco ad esempio ad alcune appendiciti». Il dottor Caroli lo scorso novembre aveva tenuto degli incontri con i medici di base per sensibilizzare su un uso consapevole del Pronto soccorso.

Come vengono trattati i pazienti che arrivano?

«Nei limiti logistici della struttura di Jesi abbiamo creato due percorsi: uno “pulito” e uno per i sospetti Covid. Chi arriva in ambulanza non scende, l’operatore suona il campanello e un triagista esce per verificare: se si sospetta il Covid, il paziente viene isolato e curato da un team appositamente dedicato. I pazienti non Covid seguono l’altro percorso ma sono comunque visitati da personale che ha, come ovvio, le dovute precauzioni. Vengono trattati con un livello ancora superiore di attenzione quei pazienti che per via delle condizioni devono accedere in sala emergenza».

Una fase delicata dunque, che richiede il grande impegno del personale sanitario ancora in prima linea per contenere l’emergenza sanitaria.

Eleonora Dottori

©RIPRODUZIONE RISERVATA

News