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Cronaca

JESI Massimo Clementi: «Covid, trasporti e assembramenti i nodi»

Il virologo jesino del San Raffaele di Milano: «I progressi della medicina, che ci sono, vanno accompagnati da un’informazione corretta e trasparente» 

JESI, 21 ottobre – La storia la sappiamo tutti. Forse ci eravamo illusi che tutto fosse finito, che l’ora d’aria non andasse più contingentata a causa del Covid-19 ma poi segnali di fumo sempre più visibili ma non vissuti a fondo da parte della comunità, hanno fatto ripiombare corpi e menti in uno dei periodi più bui che il nostro Paese abbia passato dal dopoguerra in poi.

Abbiamo di nuovo paura.

Il terrore si muove subdolo abbattendo muri, porte, stadi, strade. E le nostre menti. Due giorni fa un decreto del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha dettato nuove regole che a molti di noi sono sembrate una specie di rinvio dell’esame, tipo: se non fate così andate, fra due, tre settimane, dietro la lavagna. Abbiamo chiesto al virologo del San Raffaele di Milano, nostro concittadino, professor Massimo Clementi, un suo parere ovviamente non politico. [nk_awb awb_type=”image” awb_image=”266703″ awb_image_size=”full” awb_image_background_size=”contain” awb_image_background_position=”50% 50%” awb_parallax=”scroll” awb_parallax_speed=”0.5″ awb_parallax_mobile=”true” awb_styles=” padding-top: 150px; padding-bottom: 150px;” link=”http://www.caprariauto.it” linkdest=”_blank” awb_class=”caprari”][/nk_awb]

È un decreto che tutela le categorie interessate e coinvolte?

«Mi sorprenderei che le misure adottate incidano in maniera notevole su quello che è l’attuale andamento dell’epidemia. Se ci sarà un’evoluzione, sarà indipendente da esse. E mi spiego. Non sono stati affrontati i due o tre principali nodi del possibile incremento di questa fase. La scuola è stata lasciata, e giustamente, perché si è visto che la sua riapertura non ha inciso in maniera significativa sul numero delle infezioni. A parte qualche sporadico evento. Ma si doveva intervenire sui trasporti che, soprattutto ma non solo nelle grosse città, sono problematici. Pensa solo ai giovani che vanno a scuola e che usano il trasporto pubblico. E questo decreto, a mio avviso, non agisce su questo aspetto importante».

«L’altro aspetto è stato il demandare ai Sindaci gli interventi sulle piazze e sulle vie di particolare aggregazione. Da un lato potrebbe sembrare una giusta diversificazione, perché il Sindaco è in grado di dire di intervenire là dove serve intervenire. Però, in alcuni casi potrebbe sembrare uno scaricabarile sulle spalle dei Sindaci che, in questo momento, stanno prendendo posizione in merito, attraverso la voce dei propri rappresentanti a livello nazionale. Quindi i due elementi, trasporti da un lato, movida e aggregazione in genere dall’altra, sembra come se non fossero stati affrontati in maniera chiara».

Quindi questo decreto non risponde a tutte le domande che la scienza invece propone e si pone essa stessa. Però dobbiamo aspettare un paio di settimane, in cui, caro professore, dobbiamo seguire il solito e giusto comandamento che dice di lavarsi bene le mani, mettersi la mascherina e trovarsi sempre a distanza tale da non formare assembramenti.

«Queste sono le cose più semplici e forse, anche proprio perché semplici, le più efficaci. In una infezione come questa, in cui non abbiamo, ancora, un vaccino e di farmaci ne abbiamo pochi, quello che dobbiamo fare è avere una strategia di prevenzione corretta. Oltre a questo però c’è da guardare il futuro, che poi non è così nero come qualche Cassandra lo dipinge o ci vorrebbe far credere. Perché? Perché ci sono tante cose che bollono in pentola e che sono veramente positive, al di là dei vaccini che stanno correndo, e alcuni hanno dato dei riscontri e risultati straordinari e fanno sperare molto bene».

«Ci vorrà tempo ancora, le autorità preposte richiedono una estrema cautela sulla sperimentazione dei vaccini, lo sappiamo, ma quelli che stanno arrivando in maniera prorompente sono i farmaci. I farmaci che contrastano questa infezione saranno disponibili presto, già ora che la stiamo trattando con un antivirale efficace, checché ne dica lOms, che si è espressa sul Rendesivir in maniera piuttosto dubbia. Solo che quel farmaco non era stato adoperato in maniera corretta, vale a dire che andrebbe utilizzato molto presto, subito dopo l’infezione. Stanno arrivando altri farmaci potentissimi, come gli anticorpi monoclonali, che si stanno introducendo in terapia, oltre ad altri farmaci antivirali che bloccano la replicazione del virus».Massimo Clementi

«Tutto questo fa ben sperare che la comunità scientifica possa mettere a disposizione dei medici terapie importanti, risolutive nella maggior parte dei casi. Ovvio, tutto questo va accompagnato da un comportamento ortodosso della popolazione che, dopo il periodo di paura della prima ondata del virus, adesso si era un po’ troppo lasciata andare. Bisogna dirgliele le cose alla gente, parlarle e dire: guarda che se vai in vacanza quest’anno, quella zona ha un tasso d’infezione più alto e sarebbe bene evitarla. Suggerimento mai abbastanza sottolineato, poi sono state aperte discoteche quando si poteva fare a meno, perché pongono problemi notevoli per la diffusione del virus e altre cose ancora. Voglio dire che è necessario accompagnare i progressi della medicina con una corretta e trasparente informazione».

Giovanni Filosa

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