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JESI Nasce il Coordinamento Nazionale contro i biodigestori: c’è anche Jesi

I comitati faranno fronte comune per una gestione corretta e sostenibile dei rifiuti

JESI, 12 agosto 2020 – Riuniti in occasione dell’assemblea pubblica “Biodigestore, un territorio da salvare. Esperienze a confronto” organizzata dal comitato “No Biodigestore Saliceti”, i comitati di Cremona, Reggio Emilia, Jesi e Santo Stefano di Magra hanno convenuto sulla necessità di fare fronte comune contro il cosiddetto “partito unico degli affari” che sostiene in maniera trasversale in tutto il territorio nazionale questi impianti acchiappa soldi pubblici.

Tantissimi i cittadini che hanno partecipato all’incontro. Presenti anche il Sindaco del Comune di Santo Stefano di Magra ed alcuni amministratori dei Comuni limitrofi.

I relatori Maria Grazia Bonfante (Forum Salviamo il Paesaggio di Cremona), Emiliano Codeluppi (Coordinamento provinciale dei Comitati Ambiente e Salute Reggio Emilia), Massimo Gianangeli (Comitato Tutela Salute e Ambiente Vallesina), Teresa Maio (Comitato No Biodigestore Saliceti), Marco Grondacci (giurista ambientale) e Carlo Ruocco (Comitato Sarzana che Botta) hanno rimarcato tutte le gravi criticità che accomunano i vari progetti, proposti scelleratamente ormai in tutta Italia: forte impatto ambientale, spreco di soldi dei cittadini, scarsa convenienza economica ed energetica, impatto negativo sull’economia agricola, applicazione scorretta quando non illegittima delle norme poste a tutela dell’ambiente e dei diritti.

La logica comune dietro a gran parte di queste proposte, come ben documentato durante la serata, risulta essere quella della finanziarizzazione dei servizi pubblici, sia quando i proponenti sono multiutility s.p.a. sia, paradossalmente, quando a voler costruire gli impianti sono gli stessi enti pubblici.

Il Coordinamento Nazionale costituirà l’opportunità di un cambio di passo nelle varie battaglie, per non giocare più in difesa ed aiutare i cittadini ed i comitati che vorranno aderire a diventare protagonisti del futuro dei loro territori.

Sarà una Rete Nazionale che riunirà i comitati, le competenze e le vertenze locali impegnate per una gestione corretta e sostenibile dei rifiuti che, in una prospettiva di crisi climatica, non può essere la produzione di gas da bruciare ottenuto attraverso la digestione anaerobica, deve riportare la gestione dei rifiuti in mano agli enti locali strappandola dalle privatizzazioni che avanzano senza sosta.

A breve verrà lanciata una piattaforma propedeutica alla condivisione di materiale e competenze.

La prima azione del coordinamento sarà un’istanza forte presso le autorità di Bruxelles per richiedere un intervento nei confronti dello stato italiano che continua a dare soldi pubblici a impianti impattanti che per la loro inopportunità dovrebbero essere, al contrario, disincentivati.

Un’istanza dello stesso segno sarà inoltrata al Ministero dell’Ambiente e al Ministero dello Sviluppo Economico.

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