Attualità
JESI NATURA E ARTE, DA RIPA BIANCA AL MADAGASCAR
11 Novembre 2019
Michel Giaccaglia, pluripremiato da NatGeo, ha mostrato in anteprima assoluta alcuni suoi lavori in giro per il pianeta
JESI, 11 novembre 2019 – “Occhi sulla natura: guardare, amare, rispettare”. Si è conclusa ieri la mostra naturalistica a Palazzo dei Convegni che parte da Ripa Bianca e finisce in capo al mondo grazie a Michel Giaccaglia.
L’esposizione di fotografie e proiezione di video sulla natura a cura di numerosi fotografi è stata inaugurata mercoledì scorso (foto in evidenza) e onorata della presenza del pluripremiato da National Geographic sabato sera.
L’intervento di Giaccaglia “Orme: dall’Artico all’Equatore” è partito da un concetto molto semplice e complesso al contempo: la contrapposizione e sovrapposizione dei concetti di natura e arte.
«L’arte è ciò che differenzia l’uomo dal resto del mondo animale. La natura non ha bisogno di fare arte perché lei stessa è la somma forma artistica».
Per suffragare questa sua affermazione il fotografo è partito dall’illustrare la sezione aurea, presente nella forma del fossile vivente nautilus, delle uova, dei fiori, addirittura delle galassie e della spirale del dna.
La sezione aurea è dunque nell’uomo vitruviano di Leonardo Da Vinci, delle opere di van Gogh e Hokusai. Anche nel marchio della Apple.
Ma la sequenza di Fibonacci alla base della sezione aurea non si esaurisce qui, e Michel proietta un video in cui questa è usata per comporre un brano al pianoforte. La breve dimostrazione ha portato a galla un’armonia di fondo nella natura che sorprende se si pensa alla casualità dell’azione dell’evoluzione.
«Bisogna guardare la natura con gli occhi di un bambino, ovvero con curiosità e voglia di scoprire»: è il principio base del suo progetto Wild Garden, che da Ripa Bianca lo ha portato prima in Abruzzo e nel resto d’Italia, per poi fargli attraversare tutto il mondo armato di attrezzatura fotografica avanzata, tanta creatività e ancor più pazienza.
In Madagascar ha scoperto che di una delle foreste più grandi del mondo è rimasto il 3% a causa dell’azione inglese durante la prima rivoluzione industriale, quando sono stati piantati eucalipti per produrre carbone al posto dei baobab.
Michel ha poi visitato, tra gli altri, l’India, le Isole Lofoten, le Svalbard, l’Artico canadese, l’Islanda.
In un percorso che si è mosso con padronanza anche tra miti greci e curiosità naturalistiche, con “Orme” i presenti hanno visto video in anteprima assoluta che hanno certamente lasciato un’impronta nella loro sensibilità ambientale.
Elisa Ortolani
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