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Cronaca

JESI NEGOZI ABBANDONATI LUNGO CORSO MATTEOTTI, PUGNO NELL’OCCHIO PER IL DECORO URBANO

La sporcizia di ogni genere non è certo una buona pubblicità al decoro urbano

 

JESI, 22 gennaio 2018 – Corso Matteotti, per antonomasia, è la strada del così detto “struscio”, un luogo ideale per passeggiare, incontrare amici, ammirare le numerose vetrine che su questo lungo rettilineo si affacciano.

E’ la zona della città particolarmente curata dai commercianti che sanno bene come attrarre gli sguardi di coloro che transitano davanti ai loro esercizi commerciali.

Vetrine curate, dunque, ma non tutte. Già, perché spingendosi verso l’Arco Clementino non sempre le vetrine rispondono ai canoni precedentemente illustrati; ci riferiamo a tutta quella serie di negozi chiusi che si trovano poco sopra il Comando della Compagnia Carabinieri, in particolare di quelli situati tra i numeri 46 e 48.

Molti di questi, tutti di proprietà comunale, sono stati messi in vendita da anni senza che nessuno, però, si sia fatto avanti; tra di essi ce n’è uno che si differenzia da tutto il resto.

Ci riferiamo all’ampio negozio che si trova all’angolo tra il Corso e via Palestro che fu il primo ad essere chiuso molti anni or sono. Mentre tutti gli altri del complesso sono chiusi con quella sorta di riproduzione di sporta della spesa, quest’ultimo è “a vista”, vale a dire non ha alcun pannello protettivo, soltanto una serranda metallica.

Bene, anzi, no, male perché proprio questa chiusura non garantisce la pulizia dell’ingresso al negozio e favorisce i comportamenti incivili di chi si trova a passare in quel posto.

Approfittando di quella serranda a maglie larghissime i maleducati gettano di tutto, dai giornali alle cartacce, dalle bottiglie di plastica a sporcizia di ogni genere che non fanno certo una bella pubblicità al decoro urbano.

Non solo; la situazione creata non è certo un buon esempio per le centinaia di giovani che quotidianamente transitano in quel punto che si trova a pochissimi metri dall’ingresso del Liceo Ginnasio “V. Emanuele II”.

Forse sarebbe il caso che il proprietario di quel negozio mandi qualcuno a ripulire il doppio ingresso e restituisca una visione degna di una società civile.

(s. b.)

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