Segui QdM Notizie
;

Eventi

JESI Nel ricordo di Antonio Ramini, professore per sempre (foto)

Gli Onafifetti ripercorrono l’evento che ha reso omaggio a uno dei personaggi più amati, più profondi, più eclettici e autoironici del mondo jesino, e non solo, degli ultimi cinquant’anni

JESI, 1 novembre 2021 – Visto dal palco, con podio annesso, il pubblico in sala, composto da amici, estimatori, familiari era, all’inizio, un mare piatto. Silenzio, neppure un’onda, come prima dell’alba o dopo il tramonto.

Nessuno sapeva cosa avrebbe generato questo incontro, incentrato su Antonio Ramini, “il professoreper antonomasia (parola che forse deriva, come si vede, da Antonio…), uno dei personaggi più amati, più profondi, più eclettici e autoironici del mondo jesino, e non solo, degli ultimi cinquant’anni.

Antonio Ramini, uomo di storia e uomo di cultura”, questo il titolo di una specie di concept film che ieri ha tenuto il pubblico presente incollato, per quasi tre ore, nella Sala Musicisti dell’Hotel Federico II.

Noi Onafifetti eravamo stati invitati per l’affetto che ci legava, per la condivisione di idee e ideali, la costante frequentazione, con un mondo che lui, Antonio, ha creato per quanti lo hanno avuto come docente e che oggi sono fieri di aver conosciuto uno dei personaggi più autentici mai espressi dal mondo della scuola. Oltre che della sua jesinità.

L’assessore alla cultura Luca Butini ha ricordato Ramini, il suo attaccamento alla città e la volontà di donare l’intera biblioteca (migliaia di libri) al Comune di Jesi. Poi, in rapida successione, sono scorsi alcuni dei suoi “ragazzi”, che lo hanno raccontato ciascuno dal proprio punto di vista, che ne hanno svelato trucchi e alchimie per innamorarli del latino e del greco.

Come Cristina Carnevali, oggi avvocato e giornalista, così Fabrizio Romagnoli, giornalista che si è espresso a macchinetta per l’emozione, Francesco Favi, professore di lettere e assessore alla cultura di Chiaravalle, tutti e tre si sono presentati di fronte alla sua figura come se dovessero dare un esame. Ognuno ha svolto il suo “tema” con grande emozione e partecipazione.

Noi Onafifetti, per esempio, privi di Memè e di Tacconi (bastava la Tacconi in sala, Franca, il genio della lampada nell’organizzazione con la sua Fondazione Federico II Hohenstaufen), abbiamo scelto con cura alcuni brani che il professore amava, per le atmosfere che lo facevano sognare e per i testi che comunicavano sensazioni sempre profonde.

In sala, dietro le nostre spalle, Katia Mammoli ha rivisto, fotogramma dopo fotogramma, il film della sua vita, emozionata soprattutto quando i figli Luigi ed Emanuele hanno ricordato, ciascuno dalla propria ottica, il padre.

Uomo di cultura, certo, che aiutava i giovani allievi o alunni quando ne avevano bisogno, che si accostavano all’immensa biblioteca e ai libri con la raccomandazione di “mettersi i guanti” nel toccarli. Il vero collante, che per sua scelta non è voluta apparire nel corso del “ricordo” ma, al contrario, sempre nella vita, é stata proprio Katia Mammoli, che ha saputo gestire famiglia e impegni, anche politici, con una presenza costante, qualificata ma mai ingombrante.

Il pubblico, finalmente ondeggiante, perché le emozioni muovono i mari, dimostrava e faceva crescere in ognuno dei presenti, momento dopo momento. Così per il professor Riccardo Piccioni, che non riusciva a bloccare i ricordi degli anni non solo della scuola, al Liceo Vittorio Emanuele II di Jesi, ma anche di quotidianità. E poi due chicche di Geniale Olivieri, raccontate dalla figlia Serenella, lo storico jesino che ci ha tramandato la nostra città con i suoi film e cortometraggi, che hanno coinvolto la platea.

In particolare quella specie di viaggio nella Spoon River jesina, il nostro cimitero (occasione concomitante con la commemorazione dei morti) e i personaggi illustri che vi sono sepolti, raccontati da Antonio e Katia. Che se ne vanno, alla fine, mano nella mano, ripresi di schiena con effetto dissolvenza come in “Tempi moderni” di Charlie Chaplin.

Chi non ha avuto un momento di atmosfera sospesa nella sua mente, alzi la mano. Anche il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi, Paolo Morosetti, ha voluto ricordare, come sa sempre proporre, alcuni aneddoti di quelli che arricchiscono una vita. E Gabriele Fava, che ne ha raccolto il testimone in qualità di presidente della Luaj, la Libera università degli adulti di Jesi.

Noi Onafifetti? Abbiamo visto e vissuto tutto questo, uno degli eventi più partecipati e coinvolgenti che ci siano capitati ma mai completamente malinconici sino in fondo.

Ramini ha ricevuto, alla fine, l’amore e la riconoscenza da parte di tutti. E non è poco, di questi tempi. Noi lo abbiamo sempre, comunque, al fianco, sia che si travesta col copricapo indiano sia che citi Sallustio o ci ricordi il famosoTitire tu patulae recubans sub tegmine fagi”, che noi traducevamo “tu che stai sdraiato moscio sotto il tegame dei fagioli”.

Sono diventate leggenda anche le sue gite scolastiche, i suoi convegni, i suoi carnevali, affrontati con lo spirito di chi ha sempre detto, con Orazio, che “uno scherzo spesso decide questioni importanti in modo più efficace e lieto che la serietà”.

Gli Onafifetti

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Leggi anche

News