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Cronaca

JESI Oasi Felina, la sede all’ex campo sportivo di Mazzangrugno

Come prevede la legge, le aree dovranno essere recintate, servite da energia elettrica e approvvigionamento idrico, dotate di locali di riparo e zone d’ombra

JESI, 12 agosto 2020 – Approvato il progetto definitivo per la realizzazione all’ex campo sportivo Cleto Merli di Mazzangrugno dell’oasi felina comunale.

L’appalto per la gestione attuale era stato aggiudicato all’associazione “I miei amici animali” e scadrà in ottobre.

I gatti randagi dei quali il servizio si occuperà, sono attualmente sistemati in alcune strutture situate in via Zanibelli, in un’area di proprietà dell’Asur.

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Come noto, l’attuale sede di ricovero dei felini dovrà essere sgombrata «in quanto l’Asur procederà in tempi brevi all’esecuzione di alcuni lavori relativi alla realizzazione di una nuova strada di accesso a una delle proprie sedi».

Nel corso di una serie di incontri avvenuti fra l’assessora all’Ambiente, Cinzia Napolitano e le associazioni di volontariato del settore, «è maturata la convinzione di dover procedere comunque a una revisione dell’impostazione del servizio, separando la gestione dei gatti – si legge nella delibera -. Nello specifico si è ritenuto di dover procedere alla realizzazione di un’Oasi Felina destinata all’accoglienza di gatti che non possono essere integrati nelle colonie feline per accertati problemi fisici, ovvero a cuccioli non adottati».

Le aree, come prevede la legge, dovranno essere recintate, servite da energia elettrica e approvvigionamento idrico, dotate di locali di riparo e zone d’ombra.

Diverse le alternative prese in considerazione prima di arrivare alla soluzione che prevede l’utilizzo dell’ex campo sportivo, di proprietà comunale, in località Mazzangruno, attualmente inutilizzato.

«Tale struttura possiede tutti i requisiti richiesti (dalla legge) e può comunque essere ulteriormente adattata allo scopo tramite l’esecuzione di piccoli interventi per un importo complessivo di spesa di 10.500 euro Iva inclusa, da realizzarsi in parte con manodopera dipendente del Comune e in parte tramite alcuni affidamenti diretti di modesta entità».

La vicenda dei “gatti della signora Antonietta”, dal nome della signora Ferretti che da anni se ne occupa amorevolmente, aveva visto l’interessamento di moltissime persone che avevano firmato in massa una petizione volta a salvarli dallo “sfratto”.

(e.d.)

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