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Jesi Ospedale “Carlo Urbani” colpito e affondato

Tra i tagli della Giunta regionale precedente e il “non so che fare” della Giunta regionale attuale: no alla sanità privata, no alla struttura unica

Jesi, 1 maggio 2022 – Mercoledì 27 aprile conferenza stampa dell’assessore regionale Saltamartini che annuncia la soluzione per il pronto soccorso di Jesi, mandando medici che hanno una specializzazione equipollente a quella della medicina d’urgenza secondo le necessità, una volta al mese.

Dire disgustosa questa proposta è un eufemismo. Jesi e la Vallesina hanno circa 80.000 mila abitanti. L’ospedale Carlo Urbani, costato milioni di euro, con queste scelte politiche sanitarie scellerate e disgraziate hanno colpito e privato i cittadini al diritto alla salute.

E in questo contesto non vi è dubbio che l’ospedale di Jesi, ospedale capofila per struttura e specializzazione ha subito gli effetti tra i più deleteri.

La riduzione dei reparti e la carenza di personale dipendente è diventata una costante che, tra l’altro, non ha prospettive immediate di essere modificata in positivo perché permangono tutte le scelte di politica economica sulla riduzione dei costi del personale della sanità.

Addirittura, il Pnrr prevede una ulteriore riduzione del fondo sanitario nazionale le cui risorse vengono usate per l’acquisto di armi, ci pare persino inutile fare un commento su questa decisione che ha aspetti criminali verso la popolazione e i cittadini nei territori.

Basti qui riportare i dati della stampa locale, tutti verificati e incontestabili, per capire concretamente di cosa parliamo per la struttura jesina:

da tempo denunciamo i 7 medici in meno al pronto soccorso, tra poco diventeranno 8, il mancato ripristino dell’organico pieno della Urologia, la Medicina che già in estrema difficoltà deve distaccare suo personale a Cingoli, il taglio dei posti letto nella Chirurgia che, dopo gli interventi eseguiti è costretta a cercare, in giro per i reparti, un posto letto per la degenza dell’operato.

Tutto ciò determina una scelta obbligata e cioè che i pazienti che possono vanno a utilizzare, a proprie spese, le strutture private. Fenomeno che interessa da molti anni ormai anche il livello nazionale dove si nota un aumento vertiginoso della spesa privata per la Sanità.

Urologia di Jesi sostituisce un medico a tempo indeterminato e tanta esperienza con uno specializzando a tempo determinato, non si rinnovano neanche tutti contratti del personale precario, il dipendente che va in pensione non viene prontamente sostituito. Non ci sembra si debba aggiungere altro.

Ridimensionata la Reumatologia che sarà incorporata in altri reparti con 8 posti letto

Le responsabilità politiche di questo scempio sulla sanità sono sia dei partiti di centro sinistra che di centro destra. La Giunta precedente di centro sinistra guidata da Ceriscioli ha dato il colpo di grazia.La Giunta attuale è comunque in parte già responsabile dell’ulteriore peggioramento del Servizio sanitario regionale.

Ribadiamo con forza no all’ospedale unico no alla sanità privata.

Partito della Rifondazione Comunista – Jesi  

DemA Democraziaautonomia  – Luigi de Magistris – Jesi  

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