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JESI OSPEDALE “CARLO URBANI”: I FRUTTI AVVELENATI DEI TAGLI DI SPESA

 Il piano di fabbisogno del personale 2019-2021 non convince i sindacati: «Quest’anno il turn over è stato coperto solo parzialmente, il tasso di precarietà è notevole, soprattutto tra infermieri e operatori socio sanitari»  

JESI, 20 novembre 2019 – Le organizzazioni sindacali della Fp Cisl e della Uil Fpl «con grande preoccupazione rilevano che la situazione del personale in AV2, e di conseguenza del personale del  presidio ospedaliero “Carlo Urbani di Jesi, è ancora critica».

All’indomani della conferenza stampa congiunta con il Tribunale per i diritti del Malato, la Cgil, il sindacato indipendente e il Comitato cittadino a difesa dell’ospedale, Cisl e Uil evidenziano come pochi giorni fa sia stato presentato, dall’Azienda Sanitaria Unica Regionale, il piano di fabbisogno del personale per il triennio 2019/2021 «e dall’analisi dei dati raccolti in questi mesi, la situazione non è molto confortante e tantomeno chiara».

Sanità sindacati

Patrizia Ercoli Uil e Stefania Franceschini Cisl

Entrando nello specifico, i sindacati spiegano come nell’ospedale di Jesi ci sia stata una riduzione di 35 infermieri, 9 Oss – operatori socio sanitari – e 3 operatori Cup a fronte dell’assunzione di 10 infermieri, 3 Oss e 1 operatore Cup.

«Sono i frutti avvelenati del taglio al tetto di spesa del personale dell’Area Vasta2 che, con determina della direzione generale Asur nr 78 del 20 febbraio 2019, era stato abbattuto di 4.415.420 euro. Ad oggi tuttavia risulta essere in discussione la possibilità di ripartire a livello Asur circa 2 milioni 600 mila euro; riteniamo che tale cifra dovrebbe dare un po’ di respiro alle Aree Vaste  maggiormente colpite dal taglio proprio come  l’Area Vasta2».

«Nell’Area Vasta2 – prosegue la nota – il turn over del personale nel 2019 è stato coperto solo parzialmente, garantendo per il primo semestre del 2019  solo i rinnovi dei contratti a tempo determinato, che se non prorogati  avrebbero comportato la riduzione di ulteriori  servizi rispetto alla situazione che si è poi verificata durante il periodo estivo, che già di per sé è stata molto difficile».

Elemento questo collegato anche a un notevole tasso di precarietà del personale «soprattutto tra infermieri e Oss. Tutto ciò a conferma di quanto più volte dichiarato, e cioè che il piano ferie estive ha soltanto messo in evidenza la diminuzione di personale operata  nell’AV2, una carenza di organico tale da non consentire la reale programmazione delle ferie estive e rispetto alla quale va chiarito che, stando a quanto scritto nel piano occupazionale 2019/2021, il numero di operatori cessati a vario titolo nel primo semestre non verrà recuperato».

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