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Cronaca

JESI Ospedale in affanno Covid, Liguori: «Ci si è mossi troppo tardi»

Il coordinatore del Tribunale del Malato è critico: «Da ottobre abbiamo messo in guardia, se ne sono accorti solo ora»

JESI, 19 gennaio 2021 L’ospedale Carlo Urbani è in affanno: gli ultimi dati riportano oltre 80 i degenti affetti da coronavirus e distribuiti nei vari reparti, dalla terapia intensiva fino al pronto soccorso.

Pasquale Liguori

«Fa piacere apprendere che il Sindaco abbia preso posizione verso l’Asur per richiedere di reperire sul territorio posti letto per pazienti covid – evidenzia Pasquale Liguori coordinatore del Tribunale per i diritti del malato – in modo da consentire all’ospedale di “respirare” un po’ e non bloccare le altre attività ospedaliere. Peccato che si sia accorto solo ora del problema».

Limitate, riferisce Liguori, al minimo tutte le altre attività ambulatorie e chirurgiche con un allungamento sensibile delle liste di attesa e «gravi disagi per i cittadini».

Il Tribunale del Malato aveva lanciato l’allarme già lo scorso ottobre: «Facemmo un appello alle Istituzioni affinchè il Carlo Urbani non diventasse nuovamente una “covideria, denunciando peraltro che cominciavano allora ad essere ricoverati a Jesi pazienti non del nostro territorio. Al nostro appello il Sindaco e la sua Amministrazione non dette il benché minimo segnale di appoggio, lasciandoci, come al solito, soli nel combattere una gestione della sanità che, nel tempo, non ha fatto altro che chiudere strutture ospedaliere senza porsi minimamente il problema che, alla prima pandemia, ci saremmo trovati in grande difficoltà».

Secondo Liguori dunque chiedere adesso all’Asur di reperire altre strutture sul territorio dove ricoverare i pazienti covid è molto «tardivo e molto o poco realizzabile se si pensa che tutti gli ospedali della regione sono stracolmi. [nk_awb awb_type=”image” awb_image=”291936″ awb_image_size=”full” awb_image_background_size=”contain” awb_image_background_position=”50% 50%” awb_parallax=”scroll” awb_parallax_speed=”0.5″ awb_parallax_mobile=”true” awb_styles=” padding-top: 150px; padding-bottom: 150px;” link=”http://www.caprariauto.it” linkdest=”_blank” awb_class=”caprari”][/nk_awb]

Il problema dei ricoveri dei pazienti covid andava affrontato alle prime avvisaglie di una seconda ondata, quello che oggi va fortemente portato avanti è un potenziamento della medicina territoriale, molti pazienti potrebbero essere curati a domicilio ai primi sintomi (una sola Usca con due sole persone in organico) ma soprattutto chiediamo un maggiore coinvolgimento dei medici di medicina generale che sono quelli che dovrebbero fare da filtro con la struttura ospedaliera, recandosi a casa dei pazienti ai primi sintomi, impedendo così il peggioramento della malattia che porta poi inevitabilmente al ricovero».

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