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Cronaca

Jesi Ospedale: pronto soccorso e carenza di personale, le parole in attesa dei fatti

L’intervento del Tribunale del Malato al Consiglio comunale aperto: «Servono azioni immediate», i dati sull’uso improprio del canale di emergenza: nel periodo 2018-2020 il 71% di codici verdi, solo il 3% di codici rossi

di Tiziana Fenucci

Jesi, 24 febbraio 2023 – Le criticità del pronto soccorso e la problematica della carenza di personale sono state le tematiche caratterizzanti della maggior parte degli interventi al Consiglio comunale aperto di ieri sulla sanità, presentati dai consiglieri comunali, dalle associazioni e dalle rappresentanze sindacali che ruotano intorno al delicato comparto.

Pasquale Liguori, coordinatore locale del Tribunale del Malato, in particolare ha espresso le perplessità riguardo al nuovo assetto organizzativo della sanità e all’ampliamento del pronto soccorso.

«La nuova riforma ci è stata presentata come panacea di tutti i mali sanitari, ma vorrei ricordarvi che anche in passato il passaggio all’Asur ci era stato presentato come una promessa di miglioramenti nella qualità del servizio, ma si è rivelato fallimentare».

Pasquale Liguori
Pasquale Liguori, Tribunale del Malato

«Le liste di attesa sono ancora interminabili, la struttura ospedaliera dell’ospedale Carlo Urbani denota carenza di personale, il pronto soccorso necessita di un ampliamento degli spazi, ci sono barellati che aspettano nei corridoi per giorni, prima di essere indirizzati nei reparti. A questo aggiungo le perplessità riguardo al potenziamento del territorio grazie alla collaborazione con i medici di base, categoria con la quale finora non si è mai riusciti a trovare un accordo, e alla realizzazione delle case e ospedali di comunità».

«Le strutture saranno realizzate sulla stessa falda acquifera su cui è costruito l’ospedale e sulla quale invito a fare ulteriori accertamenti, inoltre le tempistiche per la realizzazione di tali strutture parlano del 2026 come anno di fine lavori, noi abbiamo bisogno di interventi immediati per risolvere le problematiche più urgenti».

Nella prima fila a destra Stefania Franceschini

A queste perplessità si sono aggiunti i dati forniti durante l’intervento di Stefania Franceschini, coordinatore Rsu Ast 2 Ancona, sulla provenienza dei pazienti che arrivano al pronto soccorso.

«In base ai dai raccolti nel periodo 2018-2020 si parla di un 72% di codici verdi, del 5% di codici bianchi, del 20% di codici gialli, solo del 3% i codici rossi, un dato che dovrebbe farci riflettere sull’uso improprio del pronto soccorso. A questi si aggiungono alcune considerazioni sui pazienti over 65, una categoria per cui si prevede un progressivo aumento numerico e per i quali in media sono previsti, nel territorio di Jesi e dei Comuni limitrofi, 13,7 posti letto, contro una media nazionale pari a 16».

«Quanto al personale medico si contano 1.043 medici assunti contro i 1.300 che dovrebbero esserci Il dato di gennaio 2022 indica 300 medici di medicina generale in meno, tra Jesi e ospedali limitrofi».

«La situazione è preoccupante anche per la categoria degli infermieri che nel 2022 registrano 29 cessazioni di contratto, a fronte di sole 8 nuove assunzioni. A questo aggiungo che il 30 aprile sono in scadenza i contratti di 19 infermieri e 7 oss».

Marialuisa Quaglieri

Sull’esigenza di fare implementazione del territorio per sgravare l’attività del pronto soccorso, è intervenuta anche la consigliera Maria Luisa Quaglieri della civica Jesiamo, che ha sottolineato «la necessità di creare una sinergia tra i medici di base e le associazioni di volontariato per fare in modo che la struttura sanitaria si occupi solo dei casi acuti».

«Durante la pandemia abbiamo sperimentato anche l’efficacia della telemedicina, utile per trattare da casa i pazienti meno gravi ed evitare gli accessi impropri al pronto soccorso, soprattutto nell’ottica dell’aumento della fascia degli over 65 e garantire loro un servizio domiciliare».

L’assessore regionale alla sanità, Filippo Saltamartini, e il commissario Ast Ancona, Nadia Storti, ieri al Consiglio comunale aperto

«Riguardo al tema dei medici di base – ha risposto l’assessore regionale Filippo Saltamartini non possiamo obbligarli ad aprire gli ambulatori, ma se fossero interessati ad associarsi in gruppi di 3 o 4, siamo in grado di mettere a loro disposizione locali gratuiti per l’ambulatorio, un infermiere e una segretaria che gestisca la parte amministrativa, faremo di tutto affinché il medico di base ritorni ad occuparsi solo della visita al paziente. La Regione Marche ha già disposto 9 milioni di finanziamenti per le dotazioni tecnologiche».

«Quanto alle nuove assunzioni abbiamo necessità di formare più medici, per cui abbiamo stanziato 160 borse di specializzazione l’anno, quanto agli infermieri avremmo a disposizione una graduatoria di 1000 infermieri da cui non possiamo attingere perché scaduta, essendo trascorsi 2 anni. Mi sto battendo con il Ministero per allungare il periodo di durata della graduatorie».

«Inoltre, sulle assunzioni del personale abbiamo limiti imposti dal Governo e dall’Europa, il 30 aprile abbiamo in scadenza 1.500 contratti di personale assunto durante la pandemia che dovrebbe essere stabilizzato. Paradossalmente possiamo stabilizzare queste persone che sono già dentro l’ospedale, ma non possiamo assumere – causa tetti di spesa – persone vincitrici di concorsi».

«A chi recrimina per aver noi assunto durante la pandemia personale dalle cooperative private, sono d’accordo con voi, è un meccanismo che determina un trattamento iniquo tra il personale assunto e quello pagato dalla cooperativa, ma in quel momento non potevano fare assunzioni a causa dei tetti di spesa già al limite, però avevamo fondi per l’acquisto di servizi. Così abbiamo acquistato i servizi delle cooperative. Era necessario dare un cambio al personale che faceva turni allucinanti e aveva ritmi di lavoro insostenibili».

«Quanto alle liste di attesa con il nuovo assetto organizzativo contiamo di migliorare. Saranno liste provinciali e non più regionali. Abbiamo fotografato la domanda dei pazienti riscontrando una migrazione dal sud delle Marche verso il nord. Le criticità più evidenti riguardano le prenotazioni per la gastroscopia, la colonscopia e la risonanza magnetica».

L’acquisto di nuove tecnologie è finalizzato proprio a velocizzare le liste di attesa, ha spiegato l’assessore, come la recente inaugurazione della tac di nuova generazione proprio per l’ospedale di Jesi, finanziata da Regione Marche, del costo di 2 milioni di euro.

«Puntiamo sulla realtà sanitaria di Jesi, una delle eccellenze della regione».

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