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JESI PALAZZO DELLA SIGNORIA, STASERA IL CANTASTORIE MARINO CAROTTI

Verrà inaugurata anche la mostra “Arie del Montirozzo. Rime, caricature e tiritere della Jesi de ‘na ôlta e la sapienza artigiana di un maestro liutaio di oggi”

JESI, 21 dicembre 2019 – All’interno del Grand Tour Cultura Marche, evento che per l’edizione 2019 mette in luce la storia, le tradizioni artigianali del territorio e quegli elementi identitari che hanno determinato l’odierno quadro economico e produttivo, la Biblioteca Comunale ha organizzato una serie di appuntamenti.

Stasera alle 21.15 presso la Sala Maggiore del Palazzo della Signoria, il musicista e cantastorie Marino Carotti (foto in primo piano) sarà il protagonista di un recital con canti e tradizioni della cultura orale marchigiana dal titolo “Il sole si fermò di camminare”.

Il.suggestivo scorcio del Montirozzo

Interverranno anche Giovanni Filosa, Cristiana Carotti, Piero Belardinelli, David Uncini e Davide Donnini, Gianluca Gioia, Stefania Albani e Francesco Sardella.

Sempre oggi verrà inaugurata anche una mostra al primo piano del Palazzo della Signoria: “Arie del Montirozzo. Rime, caricature e tiritere della Jesi de ‘na ôlta e la sapienza artigiana di un maestro liutaio di oggi”.

Si tratta di un percorso espositivo volto a riscoprire la cultura jesina del Novecento nelle sue molteplicità come la scrittura, il canto, il disegno e la produzione artigianale.

David Uncini

A partire da Giacomo Magagnini (in arte Jacopone da Jesi) poeta che scrisse, tra le tante produzioni, La Sfida de Barletta, in cui narra il famoso scontro tra tredici cavalieri italiani e altrettanti francesi nel 1503 avvenuto nei pressi di Barletta, e L’Iliade travestita con abito dialettale jesino, rifacimento in vernacolo dei primi tre libri del poema omerico.

Non poteva mancare Duilio Diotallevi (1887-1967), macchiettista e redattore de “Il Pupazzetto”, giornale umoristico locale che trattava i fatti di cronaca, i personaggi jesini e le tradizioni di un tempo in modo critico e caricaturale.

Presente anche Ezio Felicetti (conosciuto con lo pseudonimo di Martin Calandra) amico di Duilio con il quale partecipò al periodico, soprattutto autore di sonetti e poesie pubblicate in “Jesi nostra” e “Monno de oggi: sonetti e scantafàole”, dove è presente la versione in dialetto jesino del primo canto dell’Inferno di Dante.

Infine un altro nome illustre, Aurelio “Lello” Longhi (1901-1979), grande interprete della vera jesinità con la sua capacità di cogliere espressioni, sentimenti e passioni per trasferirle poi nelle poesie (da ricordare le raccolte di “La campana de San Fiorà” e “Mistiganza jesina”) e nei personaggi creati per il teatro (lavorò insieme a grandi attori jesini, come Valeria Moriconi e Corrado Olmi).

Particolare attenzione anche all’aspetto fanciullesco con canti e tiritere, passatempo prediletto dai bambini della prima metà del Novecento.

La mostra sarà arricchita da uno spazio dedicato all’attività del maestro liutaio Giuseppe Quagliano, da anni attivo con la sua bottega artigianale nella nostra città, perfetto trait d’union tra passato e futuro.

Le sue parole piene d’amore per questo mestiere: «Creo una macchina che trasmette emozioni e cerco di tramandare il mio sapere ai giovani curiosi e interessati, che non mancano mai».

Chiudono l’esposizione le caricature di “celebrità” jesine del secolo scorso realizzate da Duilio e Silico Batazzi.

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