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Cronaca

JESI Pavimentazione Corso: “Errare humanum est, perseverare autem diabolicum”

C’è forse un contratto che lega l’Aministrazione? Si scioglie pagando una penale e si cambia tipo di pietra

JESI, 25 febbraio 2021 – A ricordarci quello che afferma il titolo è Cicerone e altri del mondo antico. Ci ricordano che l’uomo è soggetto a sbagliare, ma è imperdonabile se continua nello stesso errore una volta presa coscienza di quanto compiuto di negativo.

Un principio che si adatta a quanto abbiamo scritto a proposito del variare del colore delle lastre con cui s’è pavimentata la “nuova” Piazza Pergolesi. Io ringrazio l’assessore Renzi per i chiarimenti di carattere chimico con i quali ha spiegato la variazione del colore delle pietre. Quello che mi ha lasciato interdetto è il fatto che, mi pare, non si pensi minimamente al cambio del tipo di pietra. Come dire: sappiamo che nel tempo la futura pavimentazione del Corso sarà difettosa, brutta, macchiata di giallo qua e là, ma non importa perché non si tratta di una responsabilità dell’Amministrazione, ma della natura del tipo di pietra. Come se la pietra non si potesse cambiare, come se non facessimo in tempo a fare qualche cosa per rimediare all’errore.

piazza pergolesi
Piazza Pergolesi in… giallo

Che poi, riportando l’esempio della pavimentazione di Piazza Indipendenza, si faccia comprendere che, in fondo, non trattasi di un difetto perché trasformazione “naturale”, vuol dire accettare passivamente un errore di scelta del tipo di pietra senza minimamente pensare a cambiarla. Ci si fa forti del consenso della Soprintendenza, ma “contro i fatti (negativi) non vale nessun argomento”, nemmeno quello delle autorità di qualsiasi tipo e genere. Lasciando le cose come previste, avremo un Corso brutto e basta.

Si rischia di cadere nel ridicolo: conosciamo i rischi, ma non intendiamo minimamente evitarli. C’è forse un contratto che lega l’Amministrazione? Si scioglie pagando una penale e si cambia tipo di pietra. Del resto le pietre usate nel passato – quelle dei vecchi marciapiedi e quelle dei marciapiedi nei pressi dell’arco Clementino, dopo oltre 40 anni non hanno mai cambiato colore. Molte si sono spezzate ma non hanno perso la loro bianchezza o il loro marrone. Il colore si è conservato omogeneo nell’una e nell’altra scelta. Dopo oltre 40 anni.  

Si sono spezzate, e non poco, le pietre poste una decina di anni fa sia in Piazza Oberdan sia in via XX settembre perché forse, poco spesse. Per cui quanto ci fa sapere l’architetto Morganti mi pare che debba  essere tenuto presente. Questo signore che non conosco ci ha dato una bella piazza Federico II. Perché non fidarci dei consigli che ha dato al sindaco e a tutti i consiglieri in questi giorni con una sua lettera? Io non entro nel merito.

Dico solo che è una lettera che va meditata bene. Non solo risolve la mia obiezione, ma anche il rischio alla radice di vedere ancora spezzate le lastre previste troppo lunghe e troppo poco spesse. Nel tempo si sono spezzate quelle dei marciapiedi. Se pensiamo che quelle del Corso saranno pressate da camion che dovranno rifornire i negozi, qualche preoccupazione può venire. C’è tempo per  modificare i contratti per non cadere in errori che, nonostante i milioni, dovremo sopportare per decenni. Oltre alla brutta figura con i nostri turisti sempre più numerosi, virus permettendo.

 Ps – Già, il virus! Non sono d’accordo con il sindaco per la pietra scelta, ma che abbia messo in arancione Jesi, dico che ha fatto molto bene. Ce lo meritiamo dopo l’avanzata spaventosa dei contagi. E magari finiremo in rosso. Dipende da noi. Chissà se metteremo giudizio.

Vittorio Massaccesi

(da Voce della Vallesina)

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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