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Cronaca

JESI Percorsi svevi da scoprire, approfondimenti federiciani con la Fondazione

Work shop al Circolo Cittadino, progetto a indirizzo turistico lungo tre province per la valorizzazione del territorio attraverso la figura di Federico II

JESI, 13 settembre 2021 – Secondo work shop, primo in presenza finalmente, relativo al progetto Federico II e le Marche nel Medioevo – Percorsi Svevi da scoprire.

Franca Tacconi e Lucia Ceppi

La Sala del Lampadario del Circolo Cittadino ha ospitato sabato scorso l’iniziativa della Fondazione Federico II Hohenstaufen referente culturale del progetto in questione nel quale sono coinvolti Comune – era presente Simona Cardinali dei Musei civici – e Regione Marche.

Simona Cardinali

Una importante progettualità, a indirizzo turistico attraverso la figura dell’imperatore Federico II, che coinvolgendo tre province, Ancona, Macerata e Ascoli Piceno, «ha individuato una serie di percorsi – spiega il presidente della Fondazione, Paolo Mariani (foto in primo piano) – nei quali ci sono anche i Comuni del cratere sismico, dove si possono ammirare i tesori marchigiani legati alla famiglia sveva: castelli, mostre, musei, cinte urbane, palazzi, chiese, tutto quello che valorizza il territorio. La presenza di relatori molto importati aiuta a formare tutti coloro che agiranno all’interno delle realtà comunali».

Il professor Edoardo D’Angelo

Percorsi legati, ovviamente, anche alle tipicità enogastronomiche, anch’esse prezioso biglietto da visita, per un itinerario curato dall’ImeIstituto marchigiano di enogastronomia – che ha sede proprio a Jesi, in via Federico Conti.

All’incontro – referenti del progetto per la Fondazione sono Franca Tacconi, responsabile del Centro studi e vice presidente, e Lucia Ceppi – hanno portato il loro contributo relativamente al tema Approfondimenti federiciani e guida all’utilizzo del patrimonio locale, Edoardo D’Angelo, Università suor Orsola Benincasa di Napoli su Federico II scrittore, Federico Canaccini, Università Pontificia Salesiana di Roma – in collegamento – che ha relazionato su Guelfi e Ghibellini: lo scontro nelle Marche, Loretta Fabrizi, già Accademia Belle Arti di Macerata su Espressioni artistiche, pittori e manufatti architettonici nel periodo svevo e nei Comuni del sisma, nella sessione del mattino.

Il professor Federico Canaccini

Nel pomeriggio Giuliana Pascucci, dell’Accademia Belle Arti di Macerata, ha relazionato sulle Reti museali, si è poi passati al confronto finale e ai progetti in cantiere.

Quella lasciata da Federico II nelle Marche non è un’eredità percepibile dall’esterno, non è fatta, pertanto, di tracce evidenti, di reperti, di ruderi ma di silenziosi documenti d’archivio.

«Eppure questo lascito è visibile a ogni angolo della regione: insediamenti cinti da mura, monasteri, centri urbani, palazzi e chiese dove sono nate coraggiose figure, alcune di supporto, altre ostili all’imperatore, incisive a tal punto da fondare dinastie molto longeve».

La professoressa Loretta Fabrizi

«Le Marche di Federico II sono intricatissime di lotte, alleanze e divorzi, novità politiche e sociali, esperimenti artistici e linguistici. Un passato dove germoglia tutto ciò che ha creato la Regione del presente».

Paolo Mariani, Edoardo D’Angelo, Giuliana Pascucci e Loretta Fabrizi

I Percorsi svevi da scoprire, dunque, si snodano da Jesi, la città dove tutto ebbe inizio, con il suo museo multimediale, per raggiungere Fabriano, fedelisssima a Federico II, Matelica, che si legò soprattutto al figlio Manfredi, Treia, che catturò Corrado I d’Antiochia, vicario dell’imperatore nella Marca, Urbisaglia, dove nacqua la potente abbazia cistercense di Santa Maria di Chiaravalle di Fiastra, protetta sia da Federico II che dal figlio Manfredi, San Severino Marche, con il suo castello e Fildesmido da Mogliano sostenitore degli Svevi, Camerino, con un impianto medievale inalterato, Sarnano, sin da Federico Barbarossa il suo signore Rinaldo di Brunforte è considerato uno dei più fedeli e preziosi alleati filo imperiali, Ascoli Piceno, piazze che sono la quintessenza della ricerca armonica del Medioevo, Federico II la conquistò a fatica ma le concesse tanti privilegi, i Monti Sibillini, dove aleggia la presenza della Sibilla che avrebbe predetto la nascita di Federico II.

Da non perdere, poi, anche Acquaviva Picena, Castelsantangelo sul Nera, Cessapalombo, Comunanza, Loro Piceno, Macerata, Mogliano, Montecassiano, Pieve Torina, San Ginesio, Sefro.

Pino Nardella

(foto in primo piano Paolo Mariani, presidente della Fondazione Federico II Hohenstaufen e le referenti del progetto Franca Tacconi e Lucia Ceppi)

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