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JESI “Piano freddo” per riscaldare la povertà

Nell’ambito del progetto provinciale coordinato dall’Asp 9

JESI, 16 gennaio 2020 – Presentato oggi il piano freddo provinciale, coordinato dall’ambito 9 ma comprensivo anche delle realtà di Ancona, Falconara, Senigallia e Fabriano.

A parlarne sono stati Martina Coppari, vice pesidente Asp9 e assessore alle Politiche Sociali di Cingoli, e Franco Pesaresi, coordinatore Ats9.

Con loro presenti anche Maria Pina Masella, responsabile Unità Operativa Disagio e Povertà Asp9, Claudia Giammarchi coordinatrice Ats11 e Simona Giovagnoni, responsabile Unità Operativa Inclusione Sociale del Comune di Ancona.

Ad aprire gli interventi Martina Coppari: «Rafforzare e coordinare gli strumenti già esistenti degli ambiti sociali della Provincia. È l’obiettivo che ci siamo posti e che oggi stiamo formalizzando, ma siamo attrezzati già da prima di Natale. Vogliamo creare una rete di accoglienza tra le associazioni già attive, studiando le esigenze che sono sempre diverse e attuando interventi strutturati per un piano non solo di emergenza ma messo a sistema».

La questione

Il piano freddo esisteva già autonomamente nelle diverse realtà, e ogni associazione ha sempre contribuito in base alle proprie risorse. Ora però il progetto è più ampio e ambizioso, e prevede un faticoso lavoro di potenziamento e supporto reciproco tra Comuni, parrocchie, Caritas, volontari e quant’altro.

Lo ha illustrato più nel dettaglio Franco Pesaresi: «La Provincia di Ancona è costituita da sei ambiti sociali. La Regione ha chiesto a Jesi di coordinarli, e siamo partiti dalla questione più urgente, ma solitamente anche più efficace, del piano freddo. È il primo a livello provinciale, e si occupa del supporto ai senza fissa dimora durante l’inverno, per scongiurare rischi soprattutto in caso di precipitazioni nevose».

Senza dubbio finora il meteo è stato clemente, ma il piano è già in atto da molto. Si tratta di un’iniziativa attiva da anni per il contrasto alla povertà estrema.

«Esistono già strutture esistenti – ha ribadito – attive tutto l’anno. I senza dimora però vengono da percorsi diversi, e non tutti cercano riparo dal freddo negli stessi luoghi e con le stesse modalità».

Mancano stime precise del numero di senzatetto nel nostro territorio.

«L’Istat – ha continuato il coordinatore – li ha censiti nel 2014 a livello nazionale, considerando mense e strutture di accoglienza, ma lasciando fuori la popolazione rom. Sono risultati 50.724 senzatetto, di cui l’86% è costituito da uomini, il 58% sono stranieri e il 76% persone sole».

A livello locale, invece, non si hanno numeri, ma si prevede un lavoro in questo senso nei prossimi anni. Censire, infatti, è fondamentale per poter organizzare i posti in base alle criticità e per dare una risposta davvero globale e funzionante.

Il piano provinciale

Il piano attuale, in ogni caso, vede un aumento del 68% di posti nelle sei strutture di accoglienza della Provincia. Sono quindi 123 i letti disponibili, 50 in più rispetto a quelli dello scorso anno (73).

Ogni associazione e centro di accoglienza si impegna in base alle proprie possibilità nell’aumento di posti letto e nell’estensione delle fasce orarie. Anche i servizi offerti sono differenziati, perciò è richiesta una crescita generale per poter offrire risposte adeguate alle esigenze.

Le realtà coinvolte sono La Tenda di Abramo e Unità di Strada RìBò di Falconara, La Casa delle Genti di Jesi, Un tetto per tutti di Ancona, il centro d’accoglienza San Benedetto di Fabriano e il centro di solidarietà della Caritas Don Luigi Palazzolo di Senigallia.

Fatti i dovuti calcoli proporzionali, se approssimativamente  la città di Roma dispone di un posto ogni 6300 abitanti, la Provincia di Ancona ne offre quasi il doppio.

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La Tenda di Abramo, La Casa delle Genti, RìBò e Un tetto per tutti

La parola quindi alle associazioni coinvolte.

«La Tenda di Abramo compie trent’anni – ha fatto presente il suo relatore Stefano Brilli -, da quattro dispone di una stanza freddo, e due volte la settimana è possibile per i senzatetto usufruire delle docce. L’obiettivo è quello di spingersi sempre più verso la domanda piuttosto che verso l’offerta dovuta alla disponibilità dei volontari. Insieme a noi, tra Unità di Strada con cui collaboriamo, Agesci, Masci, Caritas, scout, Azione Cattolica e parrocchia di san Giuseppe, sono circa 500 persone a lavorare su queste problematiche, il che è un indice di grande educazione e sviluppo della città di Falconara».

È Cleo Passagrilli a parlare a nome della Casa delle Genti, estensione della Caritas jesina: «Abbiamo aggiunto due posti e saremo aperti in caso di neve per tutta la giornata. Puntiamo sull’affiancamento della comunità ai volontari».

Quanto a Unità di Strada – RìBò, il suo relatore ha spiegato come il nome venga dal fondatore della Tenda di Abramo, Riccardo Borini. Qui, si fornisce cibo ai senza fissa dimora, ma oltre che una necessità «il cibo è un pretesto per creare contatto, relazioni, dato che i senzatetto hanno spesso comportamenti complessi. Ringraziamo i negozi che ci forniscono cibo e la parrocchia che sostiene i costi maggiori, come quelli del riscaldamento. Grazie al coordinamento il contagio di solidarietà che vogliamo creare aumenterà, così come potremo trovare un posto a coloro che ne hanno bisogno anche nelle strutture degli altri Comuni».

Un tetto per tutti, il cui fondatore è Franco Pesaresi, dispone infine di 20 posti letto. «In caso di emergenza – ha aggiunto Claudia Giammarchi – possiamo arrivare fino a 40. Abbiamo ampliato la fascia oraria, forniamo un cambio di biancheria, il pasto serale, il ricovero per la notte e la colazione».

Elisa Ortolani

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