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Cronaca

Jesi Pista ciclabile di Porta Valle, colore che va colore che viene

La civica Per Jesi insiste: «Cozza con uno dei tratti più belli delle mura», dal Comune si ribatte: «Scelte concordate con la Sovrintendenza, il cordolo sulle tinte del grigio, i lavori non sono finiti»




Jesi – La pista ciclabile di Porta Valle, ormai ribattezzata “pista della discordia”, dopo i commenti perentori sollevati dalle fila dell’opposizione e anche da quelli di parte della cittadinanza, scatenata sui social, hanno acceso il botta e risposta tra la civica Per Jesi che già nei giorni scorsi aveva definito la ciclopedonale «giallo canarino», come «uno sfregio delle mura storiche, uno scempio» e l’Amministrazione comunale, che invece ha tenuto a precisare che i lavori – concordati interamente con la Sovrintendenza – non sono ancora terminati, compresa la verniciatura della pista, in particolare il colore del cordolo che andrà ridefinito con le tonalità del grigio.

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Ma Per Jesi riaccende la polemica.

«Il giallo canarino della pista ciclabile? Errore della ditta, torna ai colori naturali. Anzi no, viene rifatto solo il cordolo. Ma che sia di giallo solo la pista o anche il cordolo, certo è che la scelta del colore è inconcepibile e manca della minima armonia col contesto delle mura storiche».

«Indubbiamente regna una grande confusione, assicurata dalla pessima comunicazione della Giunta, che non esita nel farsi riprendere continuamente in video per i social, salvo poi sparire nel nulla quando si tratta di entrare nel merito dei lavori in corso e fornire informazioni dettagliate ai cittadini».

«Discutiamo con decisione la scelta compiuta dall’Amministrazione di realizzare la pista ciclabile con un colore che cozza totalmente con uno dei tratti più belli delle mura medievali che cingono il centro storico di Jesi».


«Una scelta contestata da moltissimi cittadini che non accettano che la bellezza del patrimonio artistico della città venga compromessa in questo modo, ma anche da chi è del mestiere. Come l’architetto Mario Talacchia, che invita a verificare il progetto originale per constatare la differenza con i lavori portati a termine. O come l’architetto Luciano Zanetti che si dichiara svilito nel vedere un simile scempio ad opera di una collega».

«Ci chiediamo in che modo operi chi ha assegnata la delega ai lavori pubblici. Cambia progetti consultandosi con esperti e con i cittadini, magari rappresentati dai Comitati di Quartiere, o si affida al solo proprio gusto? Svolge il necessario lavoro di supervisione? È consapevole che le sue decisioni avranno conseguenze, estetiche e di impatto sulla città, di lungo termine?».

Ma il Comune ribatte alle accuse

«L’Amministrazione comunale resta sbalordita dalla strumentalizzazione orchestrata dall’architetto Mario Talacchia sulla pista ciclabile a ridosso delle mura. Già tre giorni fa, a una sua richiesta di chiarimenti in ordine all’intervento, gli era stato spiegato che avevamo già rilevato la questione dei colori e stavamo intervenendo, fermando in primis il lavoro in corso».

«Le lavorazioni, interamente concordate con la Soprintendenza, non sono ancora completate, come ad esempio la verniciatura della pista e il ripristino del cordolo di un colore adeguato al contesto, sulle tonalità del grigio. Ed in questo senso sono al lavoro i progettisti incaricati del progetto e direzione lavori, assieme agli uffici tecnici».  

«Malgrado questo, ha voluto artificiosamente alimentare una polemica che non ha senso, ovviamente rilanciata da gruppi di opposizione che si sono ben guardati dall’acquisire informazioni corrette prima di scivolare nell’ennesima bufala. Siamo sicuri che, una volta terminati i lavori, certi giudici sommari saranno totalmente smentiti». 

«Ad ogni modo, se una polemica per quanto strumentalizzata, aiuta a parlare di mobilità sostenibile, ben venga…».


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