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JESI Pnrr: pronto soccorso fuori dai progetti di emergenza territoriale

Pasquale Liguori, TdM: «Ad oggi stanziati appena 500.000 euro per ricavare alcuni spazi in più che non risolveranno gli annosi problemi di riservatezza, privacy e sicurezza dei percorsi»

JESI, 17 febbraio 2022 – Ben vengano gli investimenti dichiarati sulla stampa dalla Regione in merito alla progettazione della sanità regionale sulla base dei fondi stanziati nel Pnrr, sicuramente necessari a potenziare quella sanità territoriale che ha rappresentato il vero anello debole durante le ondate di pandemia da covid.

Detto questo non possiamo non mostrare perplessità sulla reale fattibilità dei progetti annunciati, a nostro avviso belli sulla carta ma complessi nella loro realizzazione. Secondo i dati di Agenas, Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, le Case della comunità o della salute – una di queste prevista a Jesi – devono prevedere un’organizzazione che non può prescindere da un infermiere di famiglia ogni 2000/3000 abitanti, una unità speciale di continuità assistenziale notturna e festiva h24, 7 giorni su 7, medici di famiglia che devono afferire alla casa h12, 6 giorni su 7 (oltre a garantire assistenza individuale ai propri assistiti) e poi ancora fisioterapisti, psicologi, logopedisti, tecnici di riabilitazione e di radiologia ecc…

Tutta questa organizzazione dovrà prevedere anche nuova tecnologia, digitalizzazione della sanità e manager con competenze specifiche.

Pasquale Liguori, responsabile Tribunale del Malato

La domanda che noi cittadini ci poniamo è: ma se a oggi questa Regione non è stata capace di garantire il ripristino del personale mancante delle unità operative, mettendo a rischio la sopravvivenza di alcuni servizi, se nessuna azione di abbattimento delle liste di attesa è stata messa in atto, se ancora oggi stiamo aspettando che si attivi il Fascicolo sanitario digitale, possiamo dare credibilità alla realizzazione di questi nuovi progetti?

Ai posteri l’ardua sentenza, visto che i citati progetti saranno portati a termine, se tutto va bene, non prima di tre o quattro anni. Quello che già oggi ci sentiamo di contestare a questo Piano della Regione è l’aver lasciato fuori dai 6 progetti sull’emergenza territoriale il pronto soccorso di Jesi.

Sono anni che chiediamo l’ampliamento degli spazi della struttura, l’Asur aveva preso impegni precisi in tal senso, oggi Asur stanzia appena 500.000 euro per ricavare alcuni spazi in più che non risolveranno gli annosi problemi di riservatezza, privacy e sicurezza dei percorsi, eppure in corso di pandemia il pronto soccorso di Jesi è stato il primo ad accogliere anche pazienti covid di altre realtà territoriali.

Sindaco, Assessore e Giunta di Jesi si facciano sentire.

Il responsabile del Tribunale del Malato di Jesi, dr. Pasquale Liguori

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