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JESI “Poesie”: la passione di Cristiano Bufarini diventa un libro

Ha raccolto sedici componimenti in un volume autoprodotto: «Scrivere mi fa sentire bene, mi piace»

JESI, 27 marzo 2021 – «La poesia mi ha aiutato ad essere vivo»: con queste parole Cristiano Bufarini, 48 anni, impiegato amministrativo jesino, descrive la sa passione per la scrittura.

Foto di copertina di Lucia Giacani

Poesie” è il titolo del volume, acquistabile nelle librerie della città (Incontri, Ortolibreria, Mondadori, Gira&Volta), che raccoglie sedici componimenti.

«Sono 20 anni che scrivo: all’inizio è stata una necessità perché stavo vivendo un momento difficile e mi ha aiutato a essere vivo. Lo scrivere dava senso alle mie giornate, poi è diventato una cosa che sentivo di dover fare e oggi mi fa sentire bene, mi piace».

La poesia “Giuseppe”

Tutto è nato dall’amore per la lettura.

«Leggendo mi sono ispirato, tanto che uno dei componimenti, che però è inedito, l’ho dedicato al poeta portoghese Fernando Pessoa. La poesia è più istintiva del romanzo, c’è dietro un grande lavoro di riflessione. In tutto quello che scrivo, anche quando parlo di sofferenza, c’è sempre la consapevolezza che se ne può venire fuori. Ad esempio ho conseguito la laurea in Economia e commercio nonostante le difficoltà economiche sono riuscito a studiare, lavorare e laurearmi».

Il volume raccoglie anche fotografie e disegni: «Ringrazio Lucia Giacani e Federica Romagnoli per i loro bellissimi scatti, Renzo Marasca e Daniele Bordoni per le opere e Rosella Simonari che ha curato la prefazione».

Ed è proprio dalla prefazione che emerge la forza di questa raccolta: «Costruita attorno a sei temi principali, Famiglia, Amore, Mal di vivere, Morte, Speranza e Poetry, corredati ognuno da un’immagine, questa raccolta costituisce la summa di un percorso di dolore e sofferenza, attenuato e riscattato dall’amore e dalla speranza. Viene in mente quello che dice Patrizia Valduga, secondo la quale la poesia ha ‘”origine da una sottrazione, da una privazione, da una ferita”. Le ferite però possono rimarginarsi e portare con sé nuovi significati», scrive Luciana Marasca.

Eleonora Dottori

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