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Cronaca

JESI PRONTO SOCCORSO, CARDIOPATICA ACCUSA DOLORI: DEVE ATTENDERE 9 ORE PRIMA DEGLI ESAMI

Il monitor installato al pronto soccorso dell'ospedale "Carlo Urbani"

Il monitor installato al pronto soccorso dell’ospedale “Carlo Urbani”

JESI, 3 settembre 2016 – Donna cardiopatica accusa dolori che le ricordano quelli che anni addietro le provocarono gravi conseguenze di allora e si reca con il marito in ospedale. Qui, l’operatore del “triage”, dopo aver raccolto dalla donna alcune informazioni, viene invitata ad aspettare in sala d’attesa dove già c’erano molti pazienti; il codice assegnatole è stato quello “Verde”, vale a dire non grave.

La signora fa buon viso a cattiva sorte, ma quando arriva nella sala d’attesa si rende conto della situazione; in base al codice assegnatole ed al numero di arrivo al Pronto Soccorso avrebbe dovuto pazientemente attendere. Quanto tempo, vi chiederete, bene non una, due o tre ore, bensì ben 9 ore prima di essere sottoposta a visita medica. Di fronte a tale situazione la protagonista della nostra ennesima storia sulla sanità cittadina, cosa fa? Telefona al suo medico di fiducia descrivendole la situazione e questa (la nostra signora è assistita da una dottoressa) la invita a presentarsi nel suo studio per constatare la gravità del malore accusato. La protagonista della nostra storia ubbidisce, ma, civilmente, fa partecipe della sua decisione di interrompere l’attesa al medico (anche in questo caso una donna) in servizio al Pronto soccorso. È a questo punto che qualcosa si muove (ma sarà un fuoco di paglia).

L’operatore in servizio chiama la nostra protagonista e la sottopone ad un esame con elettrocardiogramma; terminata la rilevazione l’operatrice sanitaria consegna il risultato al medico di turno il quale, dopo aver gettato uno sguardo ai risultati, invita la signora a ritornare a casa, prendere i risultati degli altri elettrocardiogrammi effettuati per poter valutare meglio la situazione. Con santa pazienza la donna ed il marito obbediscono, tornano a casa, raccolgono gli esami diagnostici passati e ritornano al pronto soccorso. Questa volta non c’è stata attesa; il medico ha controllato i vecchi referti confrontandoli con quello fatto poco prima informando la signora che la situazione attuale era immutata rispetto a quella passata. La donna, in parte sollevata per la notizia, ma, logicamente arrabbiata per l’inutile attesa, è tornata a casa a meditare sullo stato di funzionalità della sanità jesina.

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