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Cronaca

JESI PRONTO SOCCORSO, SANTINELLI: “UNA COMMISSIONE PER ACCERTARE FATTI E RESPONSABILITÀ”

JESI, 14 luglio 2015 – Una commissione d’inchiesta per accertare i fatti e le responsabilità. L’iniziativa politica arriva dal consigliere comunale Cesare Santinelli (“liste civiche per l’Italia”) che vuole chiarezza su quanto accaduto giorni fa al pronto soccorso del “Carlo Urbani”.
I Vertici Asur – dice Santinelli – hanno sempre detto che il personale non è sotto organico… Ora basta! Che venga subito aperta una commissione d’inchiesta su quanto è accaduto al Pronto Soccorso. Ė inaccettabile morire al pronto soccorso dopo essere stato classificato come “codice verde”. Se ci sono delle responsabilità che vengano accertate”. L’episodio cui fa riferimenti Santinelli è avvenuto il 10 luglio quando un anziano di Pianello Vallesina viene portato in ambulanza al “Carlo Urbani” in codice verde. Quel pomeriggio (erano circa le 17) l’ultraottantenne Luciano L. comincia ad avvertire i primi sintomi di malessere: sforzi di stomaco e primi rigurgiti. Col passare del tempo non si arresta il malessere e, su indicazione del medico curante, si decide di trasferirlo all’ospedale di Jesi. Il trasferimento avviene attorno alle ore 18 a bordo di una ambulanza appositamente chiamata a casa dell’anziano malato. Quando arriva all’ospedale viene giudicato con codice verde, caricato su una barella in attesa di essere visitato. Luciano L. non ci starà molto su quella barella, i sintomi emorragici si accentuano al punto tale che attorno alle 21,15 l’uomo esala l’ultimo respiro. A nulla sono serviti gli ultimi tentativi da parte dei sanitari in servizio. Questo racconto ci è stato fatto da G.R., un parente della vittima che si dichiara pronto a testimoniare nel caso ci fosse qualcuno disposto ad ascoltarlo.
I sindacati senza tanti giri di parole dicono che il personale è ormai stremato e sotto organico da svariati anni e non riesce a fare miracoli. “Succede – aggiungono – che a metterci la faccia, sbattuti in trincee senza regole e senza eroi è tutto il personale del Pronto Soccorso di Jesi. Sono senza timone, senza remi e purtroppo a rimetterci cuore e faccia sono proprio gli infermieri, gli operatori socio sanitari e i medici che continuano il loro lavoro a ritmi da rivoluzione industriale”.

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