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Cronaca

JESI Regionali, la città si interroga sulla candidatura del sindaco Massimo Bacci

La strada giusta perchè Jesi ottenga più attenzioni ma, sostengono altri, un civismo difficilmente coniugabile con l’abbraccio dei partiti

JESI, 12 giugno 2020 – La notizia della candidatura del sindaco Massimo Bacci con il centrodestra per le elezioni regionali, nome fatto dal commissario per le Marche della Lega, Riccardo Augusto Marchetti, serpeggiava in città da qualche tempo.

Il sindaco di Jesi, Massimo Bacci

Voci che adesso trovano una sponda, sebbene il primo cittadino non confermi né smentisca. Resta il fatto che in suo favore si sono già espressi autorevoli rappresentati dell’associazionismo marchigiano, come i presidenti di Confindustria regionale e provinciale, di Confagricoltura, di Confcooperative.

Per non parlare anche di quanti apprezzano quanto da lui fatto in questi anni di mandato nel segno del civismo, al governo della città.

Il nodo sulla candidatura si dovrebbe sciogliere ormai la prossima settimana, di rinvio in rinvio, visto che il tavolo nazionale del centrodestra non riesce ancora a mettersi d’accordo sul nome: in lizza anche il deputato di Potenza Picena, Francesco Acquaroli, in quota FdI, e Fabrizio Ciarapica, sindaco di Civitanova Marche.

Appreso che il primo cittadino e noto commercialista jesino ha catalizzato il sostegno della Lega nella candidatura del centrodestra, la città si sta confrontando: da un parte chi ritiene che la presenza in Regione sia la strada perché Jesi ottenga attenzioni, che altrimenti saranno catalizzate dalla riviera, visto che il nome fatto dal centrosinistra è quello di Maurizio Mangialardi, sindaco di Senigallia.

Dall’altro chi evidenzia come lo svincolarsi dai simboli di partito, e giocarsela sul civismo, intento che il primo cittadino ha sempre reputato imprescindibile, sia impossibile in questo caso.

Il modello “né di destra di sinistra” – sostengono altri – sarebbe la ricetta buona per tutte le stagioni.

«Il consenso elettorale non si basa su un orientamento politico, ma su un arruolamento fondato sulla promessa di soddisfare degli interessi – è la riflessione di parte dell’opposizione jesina -. Se non hai un orientamento politico, tutti gli interessi vanno bene perché non hai bisogno di rappresentarli come tra loro contrapposti e incompatibili. Siccome contrapposti e incompatibili lo sono in realtà, perché di politica stiamo parlando, e quindi di scelte, di priorità, di allocazione di risorse scarse, ovviamente alcuni di questi interessi potrebbero essere non realizzabili».

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