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Cronaca

JESI RENATO BORSONI, LA SCOMPARSA DI UN GRANDE TESTIMONE DEL MONDO TEATRALE

JESI, 4 marzo 2017 – Saluto Renato Borsoni, spentosi a Brescia giovedi 2 scorso, il giorno dopo aver compiuto 91 anni, regista, scenografo, attore, direttore artistico, pittore, scrittore e poeta, sicuramente grande testimone del nostro mondo teatrale, interprete operante della nostra Cultura.

Un uomo che ha attraversato tante avventure ed il cui volto, arricchito da un ghigno di sfrontata ironia, era solcato da mille rughe trasversali, segno delle battaglie che ha combattuto contro grettezza e ignoranza, di fronte alle avversità della vita. Lui, che ha fondato la Compagnia della Loggetta a Brescia, diretto lo Stabile di Palermo e lo Stabile della Toscana nella sua vita per il Teatro, viene definito da alcuni strilli giornalistici semplicemente “amico di Valeria Moriconi”, con la quale aveva certo recitato e per la quale, però era, più che altro, non solo un amico ma un punto di riferimento.

Uno dei nostri incontri ci ha visti anni fa seduti vicini, assolutamente per caso, al teatro greco di Siracusa, per assistere al “Prometeo incatenato”, e chi se lo sarebbe mai immaginato. Non racconto le feste di due “marchigiani” in vacanza fuori casa. Ci mancherà, come succede per chi “fa la storia” di qualche cosa.

Per chi ti telefonava solo per scambiare alcune idee su questo o su quel libro. L’ultima volta ci siamo incontrati nel 2014 alla fattoria La distesa di Corrado Dottori, vicino all’Eremo dei Frati Bianchi, sotto Cupramontana, dove aveva radunato i suoi “amici” per presentare il volumetto “Un pirata allo specchio” e leggerci alcuni brani in cui si parla e racconta, anche, di quadri e di artisti che hanno arricchito la sua casa, di Bartolini, di Bartocci, di Batocco, di Bartoli e di tanti altri.

Una riunione in cui si mangiò e si bevve bene, poi ci parlò del suo teatro lasciandoci andare via, verso il tramonto agostano, col suo libro e la sua dedica nella tasca. L’ho letta a casa, c’è scritto: “A Giovanni, mio biografo ufficiale, in tutta amicizia, Renato”.

Mi viene voglia di dirgli adesso, dai, è vero che ti ho raccontato tante volte su quotidiani e riviste, ma non scherziamo!!! Ciao Renato, sammarianovese (così si definiva), col cuore a Cupramontana ed a Brescia ed un occhio attento al mondo.

Anche a quello che passava per la sua Vallesina.

(Giovanni Filosa)

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