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JESI Rinascita culturale della città: troppe “ex strutture”

L’appuntamento organizzato da Jesi in Comune al Campo Boario ha visto numerosi interventi che hanno spaziato dall’Università, ai cinema, ai teatri che c’erano

JESI, 27 giugno 2021 Ex cinema, ex, teatri, ex università: ha preso il via dagli “ex” della cultura cittadina l’appuntamento organizzato da Jesi in Comune venerdì sera al Campo Boario.

Cultura” è stato il filo rosso che ha legato i numerosi interventi della serata, cultura intesa come collante di una comunità. Ad aprire la serata è stato Pietro Piva (a destra nella foto in primo piano) con un focus sul teatro.

«Un territorio ricco di risorse – ha detto l’attore originario dell’Emilia Romagna ma residente a Jesi – che ha una grande capacità di accogliere il pubblico. Manca il teatro Moriconi (chiuso per lavori mai iniziati, ndr), struttura che ha una rara capacità di inglobare il contemporaneo, aspetto che manca».

Gabriele Fava

Si è poi parlato dell’esperienza perduta dell’Università.

«Gli iscritti sono cresciuti nel tempo e le lauree sono state numerose: purtroppo non ci si è creduto – ha detto l’ex presidente della Fondazione Colocci, Gabriele Fava -. Il Museo Federico II è stato un dono “peloso” perché costa al Comune ogni anno 180mila euro, soldi che sarebbero bastati per tenere in vita l’Università… questione di scelte».

Luigi Battiloro

Importante il contributo di Luigi Battiloro, rappresentante degli studenti dell’ex Università.

«La sede jesina era scelta da tantissimi studenti-lavoratori per motivi logistici: ambiente piccolo ma estremamente funzionale. Dispiace che non ci sia stata una mediazione appropriata prima della rinuncia definitiva».

Alexandre Manuel

Spazio poi alla musica e ai luoghi dedicati alla cultura.

«Servirebbe un Piano regolatore della cultura – ha detto il musicista Alexandre Manuel, socio di un locale cittadino che si occupa di cultura -. Il Vox è nato per colmare una lacuna che c’è in questa città, quella di dare spazi agli artisti: il covid ci ha mostrato come vive una comunità senza questo collante. Credo che manchi una visione, un progetto e dei professionisti che se ne occupino. Basti pensare che il Circo El Grito, celebre compagnia di circo contemporaneo, si è spostato al Tree Park».

I ragazzi di Furgoncinema

Quindi spazio al cinema: dalle nove sale cittadine alle zero attuali, il confronto è iniziato sul progetto del Moriconi dove «non sarà possibile realizzare un cinema vero e proprio ma una sala proiezioni: non è la stessa cosa e Jesi ha bisogno di un cinema non di un’altra sala proiezioni», ha detto Andrea Antolini introducendo Furgoncinema, esperienza di volontariato che ha riportato il cinema nei luoghi devastati dal terremoto.

«La cultura è comunità – ha sostenuto Luca di Furgoncinema -, Jesi può fare molto di più. Il 7 luglio alla Mole di Ancona presenteremo un lungometraggio che racconta la nostra esperienza: Jesi in questo senso può guardare davvero oltre i confini territoriali, anche verso l’Appennino».

ostello delle idee
JESI / Chiude “Spaziostello”: l’esperienza per valorizzare Villa Borgognoni

Hanno chiuso la serata gli interventi di Emanuela Bartolini sull’esperienza di Villa Borgognoni e l’artista Chris Rocchegiani di Pensiero Manifesto a proposito di spazi che non ci sono più, come la stessa Villa Borgognoni, e di spazi che hanno ripreso vita, come quelli delle affissioni pubbliche.

Questo al Boario è stato il secondo appuntamento organizzato per parlare del futuro della città dopo il primo, dedicato all’urbanistica.

Eleonora Dottori

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