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Cronaca

JESI Ristorante “Pappa e Citti”, la Sardegna del gusto in centro

Dopo “L’Isola” il ritorno di Francesco e Sandro Ferrara: «Qui da noi deve diventare un ritrovo per amici, sia quelli vecchi che ci venivano a trovare prima, che quelli nuovi. Un’atmosfera di casa»

JESI, 6 novembre 2021 – Jesi è città accogliente e, si sa, multietnica da tanti anni. Ma molti non sanno che è anche multiculinaria (non so se si dica così, ma voi non scomponete in tre/quattro la parola che sennò chissà cosa vi viene in mente).

A Jesi si mangia napoletano, Usa, cinese, giapponese, siciliano, in sostanza circola il virus del buon appetito perché di solito si esce dai locali sempre soddisfatti. Da qualche mese non si vedevano “in azionei sardi, per intenderci il ristorante che si chiamava (chissà com’è?) L’Isola, tanto che era diventata l’isola che non c’è.

Colpa, ovviamente, di tutto quello che è accaduto con la crisi pandemica da un anno a questa parte.

Sono ripartiti coi fornelli al massimo i fratelli Sandro e Francesco Ferrara, il ristorante si trova in via Mercantini, 10i e si chiama “Pappa e citti” che significa “Mangia e zitto” dice Sandro, e Francesco sottoscrive: «La pandemia ci ha creato problemi, come a tutti. Abbiamo aspettato il momento buono, un amico senigalliese che si è messo in società con noi, un locale piccolino, fatto a nostro gusto, una trentina di persone, non di più. Aperto tutta la settimana esclusi la domenica pomeriggio e il lunedì. Pranzo e cena, al mattino anche bar ma alla sera solo ristorante».

«Cucineremo alla sarda ma non solo, come succedeva all’Isola. Qui, fra l’altro, ci sono tanti sardi e, sempre nel rispetto delle regole, cucineremo anche marchigiano e non solo. C’è una scelta di vini, per esempio, da grande ristorante. Il menu? La gente vuole il nostro maialino, il ragù alla campidanese, il nostro pomodoro, i nostri formaggi e tante altre cose buone, per non parlare del pesce. Un menù semplice, con una scelta di qualità. Qui da noi deve diventare un ritrovo per amici, sia quelli vecchi che ci venivano a trovare prima, che quelli nuovi. Un’atmosfera di casa».

Credo che il detto “meglio sardi che mai” si addica al “Pappa e Citti”.

Giovanni Filosa

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