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Cronaca

JESI Ritorno in “dad”, gli studenti: «Stanchi di fare apri e chiudi»

«Gli insegnanti cercano di incoraggiarci ma sono rassegnati all’idea che finiremo l’anno a distanza»

JESI, 4 marzo 2021Zona Rossa, didattica a distanza. La scuola sembra essere diventata il capro espiatorio, da troppo tempo messa in secondo piano senza soluzioni realmente efficaci, come se l’educazione non fosse un “bene di prima necessità”. La “soluzione”, come sempre, è la dad: ci si accontenta di quella e si dice che più di così non si può fare.

«Siamo stufi di questo apri e chiudi delle scuole, ci fa confusione e anche i miei compagni di classe sono stanchi – commenta uno studente dell’Agrario di Pianello Vallesina –. Alcuni alunni non entrano nemmeno più in videolezione».

«Anche gli insegnanti sono stanchi, pur se cercano di incoraggiarci a tenere duro, ci dicono di farci forza e sono ormai rassegnati all’idea che finiremo l’anno scolastico in dad».

«Sono stanca, la scuola è diventata stressante, lavoriamo e lavoriamo ma senza alcuna soddisfazione – commentano dal Liceo Vittorio Emanuele II –. Ho paura che la scuola sia prolungata d’estate».

Una soluzione che, effettivamente, penalizzerebbe ancora di più studenti e insegnanti che hanno lavorato duro durante l’anno nonostante le condizioni.

«A me preoccupa sia il ritorno in presenza che quello in dad – ha aggiunto un’altra studentessa –. In presenza ci caricano di lavoro per paura di tornare a distanza, e in dad ci caricano ancora di più perché alcuni insegnanti sono convinti che non facciamo nulla».

«La dad ha peggiorato il sistema scolastico, ci sentiamo dire che non facciamo niente e che non impariamo – commenta un’altra alunna delle Scienze Umane –. Dicono che sia più semplice a distanza perché copiamo, ma ci sono anche studenti onesti che ci provano e che comunque studiano anche con queste modalità. Anzi spesso possiamo constatare che facciamo più di quello che facevamo negli altri anni in presenza».

«Sono pochi i docenti che ci capiscono e ci vengono incontro, ci chiedono come stiamo e cosa pensiamo della situazione. Sembra che ci sia poco interesse verso di noi, come persone prima ancora che come studenti».

(e.o.)

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