JESI “Ritratti del Prado”, immagini e testimonianze dal quartiere popolare

Progetto curato dall’associazione Ankonistan, 16 famiglie intervistate che hanno raccontato la quotidianità di un luogo storico

JESI, 1 febbraio 2020 – Storie e volti del quartiere Prato in mostra a Palazzo Pianetti. “Ritratti del Prado. Raccontiamo il quartiere attraverso le famiglie che lo abitano” è il titolo della mostra che sarà inaugurata domani, domenica 2 febbraio alle 17, alla presenza dell’assessore alla cultura Luca Butini e di Nicola Cucchi, presidente dell’associazione culturale Ankonistan che ha curato il progetto. Ankonistan racconta i territori allo scopo di innescare e mescolare processi di integrazione.

«La mostra si compone di immagini, interviste e racconti – spiega Romina Aguzzi che insieme a Manuela Fratoni ha dialogato con alcuni residenti del quartiere Prato -. L’idea è quella di fare un affresco che va da chi abita il quartiere da sempre alle famiglie giovani e giovanissime che sono tornate ad abitare le case dei nonni  perchè vicino al centro».

Sedici le famiglie intervistate, sia italiane che straniere, che hanno accettato di raccontare la loro quotidianità.

Perché avete scelto il quartiere Prato?

«L’associazione Ankonistan, come dice il nome, ha sede ad Ancona e qui nel 2017 abbiamo condotto laboratori per indagare quella che viene chiamata “l’Ancona seconda“, zone della città che con il tempo sono cambiate. Il Prato è un quartiere che in passato è stata la spina dorsale dell’economia cittadina, pensiamo ai cordari o alle sataiole, e oggi vanta un’intensità di vita e di popolazione molto interessante».

Qual è l’immagine che vi siete fatte?

«Nè io nè Manuela siamo jesine – premette Romina Aguzzi -. Il Prato è un quartiere ricco di energia: le famiglie straniere sono ben integrate, molto più che in altri quartieri. In molti hanno ricordato con nostalgia don Roberto, uno dei ricordi più condivisi, e l’inaugurazione del campo San Sebastiano. Non è mancata neanche la preoccupazione per la situazione al Parco del Vallato».

Eleonora Dottori

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