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Cronaca

JESI Roberto Vitali, la vita come una pagina di Vangelo

La chiesa del Divino Amore ha accolto il feretro dell’autista buono di autobus, 54 anni, conosciuto da tutti, funerale di grande partecipazione

JESI, 31 luglio 2021 – Erano in tanti stamattina a voler dare l’ultimo saluto a Roberto Vitali, 54 anni, l’autista buono, ma la chiesa del Divino Amore non poteva accoglierli tutti causa le normative anti covid. Comunque, non avrebbe potuto anche in tempi normali.

E così, a quanti è stato precluso il poter seguire all’interno il rito religioso officiato dal parroco, don Paolo Ravasi insieme a don Emanuele Contadini, parroco di Regina della Pace e al diacono Leonardo Bartolucci, non è rimasto altro che soffermarsi sul sagrato e lungo la via.

Tanto il caldo, ma tanta anche la commozione «per un uomo il cui testamento – ha detto don Paolo nell’omelia – ci parla della gioia di stare insieme, tutti i giorni. Roberto era sempre attento verso gli altri, tanto che pochi sapevano della sua malattia e della sua sofferenza. Era disponibile ed entrava con delicatezza e rispetto nella vita degli altri, alla quale donava la sua, a cominciare dalla famiglia».

«E una vita così è una pagina di Vangelo».

«Hai amato, viaggiato, servito – ha sottolineato il parroco – ora siediti vicino al Signore, oggi il tuo posto di ristoro è in paradiso, alla mensa del Cielo».

Tra i ricordi esternati, oltre a quello commosso del fratello Danilo mentre le campane rintoccavano, anche le parole di Daniele Crognaletti, ceo delle omonime autolinee dove Roberto prestava servizio.

«Porto qui anche il cordoglio di mio padre, che è fuori città e non è potuto rientrare – ha detto- . Robi era sempre disponibile, mio padre non dimenticherà mai la frase che gli diceva sempre: Dottò, ci penso io. Roberto era una persona dalla disponibilità infinita, lo era con tutti anche fuori dal lavoro, e questo lo contraddistingueva».

«Ricordo un episodio, in particolare: era il 2013 e stavo da un anno con la mia attuale compagna, le volevo regalare un piccolo anello che però mi cadde in macchina incastrandosi tra il cambio e il pianale dell’auto, e non riuscivo più a vederlo. L’ho cercato ovunque ma senza risultato: chiamo Robi a mezzanotte, disperato, e lui arriva con la cassetta degli attrezzi, smonta tutto e ritrova l’anello. Lui era così, disposto a intervenire anche a mezzanotte pur di aiutare gli amici».

Il feretro, alla fine, è stato accompagnato in spalla, tra gli applausi, anche da alcuni volontari della Croce Verde, presenti alla messa con la loro insegna, associazione alla quale Roberto aveva offerto il suo impegno.

Tumulazione nel cimitero cittadino.

(p.n.)

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