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Cronaca

JESI SALISCENDI IN CENTRO STORICO, STORIE DI INCOMPIUTE

Via Castelfidardo, ecco a che punto sono i lavori per l'impianto di risalita

Via Castelfidardo, ecco a che punto sono i lavori per l’impianto di risalita

Giardini delle Carcerette, i lavori allo stabile

Giardini delle Carcerette, i lavori allo stabile

JESI, 1 settembre 2015 – “Ma quando entreranno in servizio i due ultimi ascensori costruiti a ridosso del centro storico?” È questa la domanda che molti cittadini si pongono quando, arrivati a metà delle scalette della Saffa o transitando in via Mastella vorrebbero raggiungere il centro cittadino senza ulteriori sacrifici per le gambe ed i polmoni. Difficile dare una risposta a questi cittadini; i due ascensori hanno storie diverse, ma entrambi denunciano situazioni di ritardo che, nel caso dell’impianto delle Carcerette, sono semplicemente scandalose. L’oltraggio arrecato alle antiche mura risale a qualche anno fa; il progetto, infatti, era particolarmente sostenuto da un assessore delle precedente Giunta che, assieme ai suoi colleghi e chissà chi altro, lo vedeva come ottima scorciatoia per collegare un “fantasioso” parcheggio alla zona che allora ospitava la Pretura ed il Tribunale. Quella zona di sosta è di la dall’essere realizzata, così come l’entrata in servizio dell’ascensore che, ci hanno detto, sarebbe pronto fin da tre e più anni or sono (doveva essere inaugurato nelle ultime settimane della precedente legislatura). Perché allora non si è inaugurato, aperto al pubblico? Semplice, perché il punto di arrivo, vale a dire il parco Sacco e Vanzetti (meglio noto come i giardini delle Carcerette) è parzialmente occupato dalle attrezzature del cantiere per la ristrutturazione del palazzo che un tempo ospitava i detenuti.
Visto che ci siamo e che stiamo parlando di ritardi, non sfugge al cittadino il fatto che quel cantiere doveva essere chiuso (vale a dire che i lavori si dovevano concludere) poco più di un anno fa, esattamente il 16 agosto 2014.
Ma riprendiamo il discorso degli impianti di risalita e passiamo a quello di via Castelfidardo. Anche in questo caso non sono mancati ritardi e “inciampi”. Dapprima si decise di modificare il progetto originario che prevedeva la costruzione di un ascensore esterno che collegava via Castelfidardo a via Mazzini; poi, quando già i lavori erano in avanzato stato di realizzazione, si decise di intraprendere una nuova strada che non “offendesse” il decoro urbano. Si pensò, infatti, di utilizzare il vecchio, abbandonato passaggio realizzato agli inizi del XX secolo; ma anche in questo caso ecco arrivare il classico bastone tra le ruote. E’ successo, infatti, che mentre si procedeva al ripristino della galleria ci si è accorti di pericolose infiltrazioni d’acqua provocate – si accerterà in seguito – da irreparabili guasti all’impianto fognante e a quello idrico di via Mazzini. Ecco allora slittare ancora l’entrata in servizio dell’ascensore. Terminati i lavori di rifacimento delle condotte, della sottomassicciata e della massicciata stradale si pensava all’immediata apertura dell’ascensore. Illusione. Così come per l’impianto delle Carcerette, anche questo della Saffa prima di entrare in servizio dovrà ottenere il “via libera” da parte di un non meglio specificato organismo nazionale. La domanda è: ma la richiesta è stata presentata?
(Sedulio Brazzini)

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