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Cronaca

JESI Sciopero al “Galilei”, il dirigente tranquillizza: «Criticità in via di soluzione»

Luigi Frati: «I problemi si stanno risolvendo», la rappresentante di istituto: «Disagio percepito da studenti e famiglie»

JESI, 7 febbraio 2020 – Cerca di fare chiarezza il dirigente scolastico dell’Iis Galilei, Luigi Frati, che dopo lo sciopero di stamattina ha incontrato gli studenti trasferiti alla Fondazione Colocci di via Angeloni.

A lui lo scorso 28 gennaio gli studenti avevano inviato una lettera segnalando le criticità dell’immobile.

«Lo sciopero ha riguardato 4 delle 16 classi – ha sottolineato -. Nessuna tubatura esplosa, i problemi si stanno risolvendo. Alcune criticità sono da superare ma ringrazio la Fondazione Colocci per aver messo a disposizione la Sala Calamandrei per lo svolgimento delle lezioni e il Comune di Jesi all’opera per sistemare il pavimento di una classe. Stiamo inoltre completando i lavori per altri tre bagni in più. Le uscite di sicurezza ci sono, per i computer stiamo provvedendo: abbiamo un’autorizzazione per 450 studenti, ne siamo 360».

I bagni in più presenti nella struttura di via Angeloni non erano stati messi a disposizione inizialmente perché inutilizzati da molto tempo ma ora, viste le necessità, saranno resi fruibili.

Durante l’intervallo gli studenti non fanno in tempo ad andare tutti al bagno, perché trovano la fila, e molti chiedono il permesso di andarci durante le lezioni. In particolare il disagio riguarda le ragazze perché molto più numerose dei colleghi maschi.

Mercoledì scorso una classe, rimasta senza aula perché il pavimento si era sollevato, hanno svolto il compito in classe sulle sedie dell’aula Calamandrei che hanno un tavolino rialzabile.

Poco male per la verifica ma svolgere le lezioni, sistemando libri, quaderni e astucci sul piccolo tavolino non è agevole. Le uscite di sicurezza ci sono ma quella superiore ha la porta interna aperta quella esterna, però, chiusa a chiave.

La rappresentante di istituto nei giorni scorsi ha chiesto spiegazioni viste le problematiche: «La mia telefonata era informativa ma non è stata presa come tale. I genitori non sono stati resi partecipi: vorrei delucidazioni sulla situazione ma non ci ha risposto nessuno. I ragazzi sono in gamba e sono stanchi di non essere considerati, per questo sono in sciopero: il disagio lo percepiscono loro e anche le famiglie».

(e.d.)

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