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JESI Subwaylab, pronti a ripartire con la produzione cine-televisiva

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Andrea Antolini: «Abbiamo aderito al Protocollo Cinema Covid con il quale si avranno norme di sicurezza per consentire al settore di riaprire i set»

JESI, 26 aprile 2020 – Tante piccole e medie imprese del nostro territorio lavorano nel mondo della produzione cine-televisiva. Settore che, come altri, in questo periodo di emergenza sanitaria deve pensare a come proseguire le attività.

«Insieme alla Cna tanti professionisti del mondo del cinema hanno deciso di fare rete – spiega Andrea Antolini che fa parte di Subwaylab insieme a Diego Morresi, Leonardo Martellini e Alessandro Tarabelli -. L’intenzione, quella di presentarsi come interlocutore unico con la Regione Marche e Film Commission. Nelle Marche, a differenza di altre regioni, come l’Emilia Romagna, non c’è una legge per il cinema: altre realtà fanno bandi annuali per il sostegno economico di produzioni di opere cinematografiche».

Subway

Alessandro Tarabelli e Diego Morresi

Come state lavorando in questo momento? 

«Per motivi familiari, molti di noi hanno figli piccoli, abbiamo deciso di portare a casa del materiale e lavorare a distanza ma forse nei prossimi giorni potremo ritornare in ufficio, nella sede di via Castelfidardo, per proseguire i progetti».

Subwaylab

Leonardo Martellini e Alessandro Tarabelli

Oltre al contatto con la Cna, vi state muovendo in altro modo? 

«Abbiamo aderito al Protocollo Cinema Covid: l’attuale pandemia ha bloccato la quasi totalità delle produzioni nazionali e internazionali. Questo crea una serie di danni ancora difficili da calcolare. Grazie a questo protocollo si avranno norme di sicurezza per consentire al settore di riaprire i set e far ripartire la produzione».

Tra le ultime produzioni di Subwaylab figurano il documentario “The Zone” su Chernobyl, “Gambe” realizzato insieme alla Fondazione Michele Scarponi, il film di Marco Cercaci “Non mi odiare e il documentario su Raffaello del quale hanno seguito il montaggio e le riprese.

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Andrea Antolini

Rispetto al teatro, quali sono le prospettive del settore cinematografico? 

«Il teatro ha bisogno di pubblico, il cinema viaggia anche su piattaforme, come Netflix, seguite da casa. Anche queste realtà però avranno bisogno di contenuti quanto e forse più di prima soprattutto ora che le produzioni sono ferme. Il problema in questo senso è per le sale cinematografiche, per lavoratori e lavoratrici di questo ambito: posti di lavoro che al momento non hanno certezze».

Eleonora Dottori

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