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Jesi “Tagli su tela: parole meticce”, kermesse tutta da gustare

Letteratura, prosa, poesia, canzoni, in un evento che ha coinvolto il pubblico de “Il Piccolo”

di Giovanni Filosa

Jesi, 5 gennaio 2023 – Il mese di dicembre e le festività natalizie andrebbero gestite da un vigile urbano. Mulinando le braccia, piazzerebbe un evento qui, uno lì, un incontro in questo luogo, un altro in un altro luogo senza tema di sbagliarsi, cioè senza causare sovrapposizioni di eventi, incontri, festival, a tu per tu, tutti insieme appassionatamente, ecumenicamente parlando, tutte eventualità che creano un disappunto in chi non sa cosa fare, dove andare in giornate in cui ti piacerebbe essere magari in tre parti.

Perché finalmente hai tre interessi diversi ma profondi che però collimano e cadono nella stessa ora del medesimo giorno. E allora il vigile si mette a fischiare. Questo è stato il leit motiv degli ultimi quaranta giorni. Per esempio, un pomeriggio come quello vissuto al “Piccolo” di San Giuseppe, intitolato “Tagli su tela: parole meticce”, che ha fatto registrare un buon successo di pubblico, gran parte del quale giunto, come i Re Magi, da fuori porta, è stato vittima di questo mezzo harakiri collettivo.

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Nessuna presenza istituzionale visti i motivi di cui sopra, o anche associativa, per una kermesse degna di suoni e luci.

Organizzata dal “Bar Itinerante”, Ernesto Torta, Stefano Brecciaroli, Leandro Paoletti, Ornella Colini, e non solo loro, noto gruppo di buontemponi virtuali, metaversi (questo termine va di moda) reali (questo sembra un ossimoro) che partono da un “carpe diem” per assicurare a tutti una costante presenza accanto a chi vede la vita nello splendore del 70 millimetri e della stessa evidenziano le virtù non solo epicuree. E le foto della Maletik? 

L’idea era di presentare la scrittrice e poeta Maria Antonietta Macciocu, lo scrittore e poeta Ernesto Torta, con uso di canzoni “scelte” appropriatamente, inserite e incasellate in un cocktail di ricordi di ieri e di domani, di versi diversi, per lo più nati dai testi dei due intervistati, con uso di musica di grande livello. Cioè, tutto è scorso nell’improvvisazione studiata a copione nella più assoluta incoscienza, ed è tutto questo che ha divertito e fatto pensare.

Mauro Allegrini ha recitato, attore poliedrico, testi tratti dai libri dei due nostri amici, Erika Viola Ferranti ha incantato con una voce caleidoscopica, nel senso che ha tutti i colori che la vocalità del pezzo richiede, accompagnata da Ricky Burattini alle tastiere, che grande artista al “Piccolo”, un regalo anch’esso al pubblico jesino.

Poi ombre di Cohen, Dylan, Baez, canti folk americani come “The house of the rising sun riletti da Seeger, Animals e altri milioni di artisti sullo sfondo tranches de vie irripetibili.

E loro, Maria Antonietta Macciocu ed Ernesto Torta, che dialogano sui loro libri, sulle poesie della quotidianità che toccano ritmi cari al cosiddetto “realismo sporco” ma sono la testimonianza di una cultura di grande apertura, come un fish eye in movimento perenne.

“Mia stella caduta” della Macciocu e “Scrivo di notte e … ho una moleskine” sono libri da tenere in biblioteca. Due personaggi che si incrociano e si allontanano, quasi due convergenze parallele, due talenti puri, al di là del conformismo coi suoi dogmi fondamentali.

Hanno chiuso la serata gli Onafifetti, su cui non posso dilungarmi per uso privato di giornale pubblico (nel senso che è per il pubblico) che hanno cantato a modo loro il Natale e la nuova Amministrazione.

Ne risentirete parlare. Parola di lupetto. Tanti applausi, sinceri. Quando ci si diverte… 

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