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JESI THE UPPERCUTS AL PICCOLO, ADRENALINA A MILLE ALLA PRESENTAZIONE DEL DISCO

The Uppercuts

“It doesn’t happen everiday”: una quindicina di pezzi proposti al Piccolo di San Giuseppe, altre due serate al Teatro Pergolesi il 28 e 29 giugno

JESI, 12 giugno 2019 – Tanto swing, tanto rock, con uso di ballerini che hanno fatto ritornare, a chi scrive ma credo a molti altri perché il rock non morirà mai, la voglia di schizzare dalla sedia (nonostante l’artrosi, l’artrite, la gotta e chi più ne ha più ne metta, ben mascherati o mal celati, dipende dai giorni…) e mettersi a ballare e cantare, magari sull’aria di Datemi un martello, al Piccolo di San Giuseppe per la presentazione del disco degli UppercutsIt doesn’t happen everiday”, una formazione che ha deciso di far parlare di sé.
The UppercutsNon tanto perché in questo mare magnum di musica che, con le sue contraddizioni rappresenta il volto reale del nostro Bel Paese (non inteso come formaggino) quanto perché un’ora e mezza di energia pura regalata da quattro giri armonici non ti capita di trovarla tutte le sere. Ben vengano, quindi, gruppi che hanno un doppio scopo: pescare nella musica swing, rock, country coi suoni di allora, riarrangiati ma senza uscire dal percorso originale, e regalare movimento e divertimento; poi presentarci tutte le nostre contraddizioni culturali andando a ripercorrere strade che hanno fatto la storia della musica.
E che qualche volta sono come una sveglia che risuona in lontananza e che dice, come diceva il sommo Dante: “Volgiti indietro e … il ritmo vero udrai …” ma forse non diceva proprio così. Poco male. Insomma, un grande (nel senso di folla, di sound, di simpatia) “Piccolo” per un debutto che ha visto in scena The Uppercuts (che sarebbe il cazzottone che ti corica), che sono Federico Fabbretti, voce, Leonardo Bolognini, sax tenore, Claudio Durpetti alla chitarra, Lorenzo Santinelli al contrabbasso, Paolo Ceresani alla batteria.
The UppercutsTutta gente professionalmente al massimo, che ci crede, che, al di là dell’emozione iniziale (qualcuno non riusciva ad esprimersi al meglio, quando si dice la strizza del debutto…) ha investito la propria professionalità al servizio del gruppo. Nel disco, una quindicina di pezzi, da acquisire, perché questi ragazzi hanno molte possibilità di mettere in riga tanti gruppi che ripetono se stessi all’infinito, ha suonato anche il pianista, guest star, Stefano Bartoloni. E poi il gruppo di danza “Sugar swing”, che se non ci fosse stato sarebbe risultato uno spettacolo monco, perché di un’epoca si ricorda e riporta tutto, dal suono al ballo.
Successone finale, con bis, mentre l’adrenalina del rock continuava, chissà fino a che ora, ad avvolgere l’intero teatro. Ah, li riascolterete al Teatro Pergolesi il 28 e il 29 giugno, in una “signora serata” di musica.
Le foto vanno dal soundcheck sino alla fine dello spettacolo.
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The Uppercuts
Giovanni Filosa

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