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Cronaca

JESI TONINO PROCACCINI CI PORTA I FIORI PIÙ BELLI DELL’AFRICA

JESI, 14 dicembre 2016 – “I fiori più belli della mia Africa“.  Avrebbe dovuto intitolarsi così la mostra fotografica itinerante apertasi ieri, 13 dicembre, a Palazzo dei Convegni, in corso Matteotti.

Padre Gianni Nobili

Ma il fiore della vita di padre Gianni Nobili, 76 anni, missionario comboniano, si è spezzato il 12 marzo scorso e ad abbracciare e portare avanti l’iniziativa ci ha pensato un suo fraterno amico, lo jesino Tonino Procaccini, 64 anni, insieme ai figli Carlo, Paolo ed Elena. E “I fiori più belli della nostra Africa“, dedicata alla memoria di padre Gianni, che non è più potuto ritornare a Jesi, si è aperta per farci scoprire un volto diverso di quel continente nero che non finisce mai di stupirci.

Tonino e padre Gianni si sono conosciuti nel 1971, quando lo jesino, 19enne, partì come volontario, tramite una associazione milanese, in Burundi. In testa la voglia di capire che cosa succedeva laggiù. Capire rendendosi utili.

“Due mesi – ricorda – per realizzare piccoli progetti ma significativi, come l’organizzazione di una cooperativa di lavoro per la raccolta di thè, caffè, cotone. E in quella circostanza l’ho incontrato. Da allora non ci siamo più persi di vista“.

E da allora “è scoppiato il mio amore verso quei bambini. Lavoravo in banca, cercavo di accumulare le ferie e partivo”.

Ancora in Burundi, nel 1975-76 da dove furono espulsi dopo lo scoppio di una sanguinosa guerra. Negli anni ’80-’82 in Kenia, a Nairobi, in una missione che sorge sulla più grande discarica del mondo, Korogocho, poi ancora Burundi e Uganda.

Tonino con l’assessore Ugo Coltorti

La nascita del primo figlio, però, nll’86, gli ha imposto un lungo stop, 30 anni. Ma il cuore era rimasto laggiù dove il contatto era sempre padre Gianni.

Finalmente, lo scorso gennaio, Tonino è volato via. Destinazione Dondi, Congo (ex belga) dove, tra l’altro, ha portato tante magliette sportive gialle (visibili in una foto) per i bambini, messe a disposizione dall’assessore Ugo Coltorti, frutto di una delle tante manifestazioni sportive cittadine, insieme ad altro abbigliamento fornito dalla squadra di volley della Lube Macerata e dal locale Soul Kitchen di Fermo.

“Tutto nasce dai miei pensieri notturni, miei e di Gianni, – spiega Tonino – quando eravamo un po’ acciaccati ma felici a Dondi e concordavamo nel voler vivere l’altrui sofferenza con forza e amore, ma stanchi di veder rappresentare l’Africa con tristi, dolorose e spesso violente immagini. Abbiamo quindi pensato che era giunto il momento di una nuova proposta, rappresentare l’Africa attraverso i fiori“.

Quali potevano essere i più belli se non i bambini? Quei bambini che ci correvano incontro festosi in tutti i momenti della giornata e che cercavano in Gianni le parole più dolci che avrebbero mai potuto sentire”.

La mostra propone anche manufatti di quei Paesi, oggetti in vendita come croci in legno, collane, orecchini, bracciali, lavori in ebano, stoffe, pareo, abiti, batik il cui ricavato, ovviamente, è destinato a quelle terre.

“Nella mostra – afferma Tonino – ho voluto anche trasmettere l’immagine di un giovane Gianni che si è fatto “pane spezzato” per tutti noi e per i più poveri, illuminando la loro e la nostra vita con i suoi impareggiabili insegnamenti“.

E www.panespezzato.it è anche il sito con il quale si può rimanere in contatto con Dondi. Dukorere HamweLavoriamo insieme – è, invece, l’associazione internazionale di volontariato onlus italo-burundese.

“Non so se riuscirò ancora a ritornare laggiù, lo spero”. Ma gli occhi splendenti e dolcissimi di Tonino la dicono lunga

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