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JESI Tribunale del Malato: «Covid, servono percorsi sicuri all’ospedale»

Pasquale Liguori chiede trasparenza e tutela per quanti si recano al “Carlo Urbani” per accertamenti o esami

JESI, 23 ottobre 2020Nessun allarmismo ma la richiesta di sapere con certezza quanti positivi al virus covid-19 ci sono nell’ospedale jesino e dove sono collocati.

La richiesta da parte del responsabile del Tribunale del Malato, Pasquale Liguori è volta a «dare ai cittadini indicazioni precise sulle aree dell’ospedale che ormai già sono covid (come la Broncopneumologia che ha già trasferito tutti i pazienti non Covid) e soprattutto per richiedere alla Direzione sanitaria del “Carlo Urbani” di approntare da subito una comunicazione chiara e dettagliata sui percorsi protetti che il paziente non covid deve seguire in sicurezza al fine di non mettere a rischio di contagio chi va in ospedale per fare accertamenti o esami diagnostici».ospedale jesi coronavirus

Liguori evidenzia la volontà e gli sforzi «della Direzione sanitaria e di tutti gli operatori sanitari del “Carlo Urbani” affinchè si possano mantenere, almeno in parte, quelle prestazioni ordinarie che nel corso della prima ondata sono state cancellate completamente con grandi disagi e rischi per la salute del paziente, non possiamo però far mancare alla cittadinanza la trasparenza necessaria sulla evoluzione dell’attività ospedaliera dopo i primi casi di pazienti positivi».

Pasquale Liguori

Secondo il responsabile del Tdm, i dati forniti dall’Osservatorio epidemiologico Ars devono essere «assolutamente rispondenti alla realtà dei casi registrati con la corretta collocazione degli stessi, è un nostro diritto inalienabile. Così non è stato nelle scorse giornate quando a noi risultava con certezza una paziente in Rianimazione mentre l’Osservatorio non lo riportava. Ieri vi erano cinque pazienti in Broncopneumologia, oggi sei, che le statistiche non registravano. Ascensori e scale sono in comune tra pazienti positivi e negativi, ci appelliamo quindi alla Direzione: dare sicurezza al cittadino che entrando in ospedale non deve temere di essere contagiato».

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