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Jesi Una inebriante e potente “Tosca” chiude la Stagione Lirica

Tra le opere più amate di Puccini va in scena al Teatro Pergole venerdì sera (20.30) e domenica (16), seconda recita accessibile anche a un pubblico di non vedenti e non udenti

di Giovanni Filosa

Jesi, 13 dicembre 2022Capita spesso di inseguire un’opera. La cerchi, l’aspetti e poi, voilà, te la trovi nel tuo teatro.

L’opera è “Tosca” di Giacomo Puccini, in scena al Pergolesi venerdì 16 dicembre alle ore 20.30, domenica 18 dicembre alle ore 16 (questa recita anche accessibile a un pubblico di non vedenti e non udenti), in chiusura della 55esima Stagione lirica.

Una delle opere più amate di Puccini, un “dramma totale” che smuove l’amore, la sopraffazione, l’arte e la sete di potere. Direte: ma è ambientato oggi! Parrebbe. Questa produzione nasce dalla collaborazione fra la Fondazione Pergolesi Spontini e l’Opera Theatre de Metz, in Francia, partecipazione che dura da anni e fa dire quanto conti la sinergia, non soltanto per il livellamento dei costi di produzione. 

Certo, sarà straordinario riascoltare Floria Tosca che visse d’arte e visse d’amore, Mario Cavaradossi che racconta come lucevan le stelle e olezzava la terra, mentre davanti a Scàrpia tremava tutta Roma. Questo per ricordare solo alcune delle arie che ascolteremo e sussurreremo per l’ennesima volta.

Il sindaco Lorenzo Fiordelmondo ha aperto la conferenza stampa esprimendo la sua soddisfazione per l’intero cartellone e per il lavoro svolto nei laboratori della Fondazione dalle maestranze locali.

Lucia Chiatti, direttrice della Fondazione Pergolesi Spontini, ha sottolineato i buoni risultati che si sono ottenuti complessivamente, raggiungendo quasi il numero delle presenze degli spettatori nel periodo pre covid.

«Per la prima volta rivedremo molti artisti in scena, fra coro e interpreti, non accadeva da tempo. La collaborazione con Metz, che dura da anni, costituisce un partenariato forte, solido e trasparente. Il pubblico di quest’anno, molto eterogeneo, ha dimostrato affetto e simpatia».

 Il direttore d’orchestraNir Kabaretti (un cognome che mi ricorda qualcosa…) è sicuro che «il pubblico si inebrierà per la potenza di questa opera». 

Il regista Paul Emile Fourny ha spiegato la sua regia.

«Ho voluto rifocalizzare ancora di più la messa in scena sui quattro protagonisti, Tosca, Cavaradossi, Scarpia e Angelotti. È quasi uno spettacolo intimo a porte chiuse, tra i quattro protagonisti, che muoiono tutti di morte violenta nel giro di ventiquattr’ore. Sfortunatamente, il destino non è stato a loro favore. Per esprimere questo, ho avuto l’idea di mettere in scena, accanto a ciascuno di loro, un angelo custode che osserva il corso delle cose ma non lo cambia. La loro morte è inevitabile. Non ho voluto una scenografia pesante e imponente che schiacciasse l’intimità esistente tra i protagonisti. Abbiamo perciò utilizzato proiezioni video che evocano metaforicamente i diversi luoghi della trama. Inoltre, il ritmo dell’azione e le emozioni suscitate dall’opera, prefigurano un’altra arte nascente in quegli anni, il cinema!».

Tosca è Francesca Tiburzi, «felice perché il mio personaggio è meraviglioso, un’eroina del teatro, più la recito e la canto e più entro nei particolari del personaggio».

Scarpia è Devid Cecconi, che definisce il suo personaggio «imprevedibile, il personaggio chiave dell’opera, di una emotività intensa».

Giacomo Medici è Mario Cavaradossi, «per me una parte straordinaria, reale, molto sentita»

Sarà una Floria Tosca che muore come da copione e da spartito, spoilero il finale. Così nessuno si lamenterà dopo averla vista, in alcune produzioni e recite proposte qua e là, finire i suoi giorni in mille modi. Mancava che la fucilassero.

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