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JESI UNA MOSTRA PER LEGGERE L’ATTUALITÀ DI TINA MODOTTI

La figura della grande fotografa e rivoluzionaria sarà al centro di tre incontri a Palazzo Bisaccioni con Francesca Macera e Fabio Marcelli

 

 

JESI, 5 giugno 2019 – La mostra su “Tina Modotti fotografa e rivoluzionaria”, ospitata nei locali al piano terra di Palazzo Bisaccioni, sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi, sta riscuotendo consensi dai tanti che fino ad oggi l’hanno visitata, nonostante il perdurare dei lavori in Piazza Colocci, antistante l’ingresso.

La mostra racconta la vicenda umana ed artistica della Modotti: grande fotografa e rivoluzionaria. Per coinvolgere maggiormente il pubblico, il presidente della Fondazione, Alfio Bassotti, ed il segretario, Mauro Tarantino, hanno deciso di organizzare tre incontri di approfondimento nella sala conferenze di Palazzo Bisaccioni. Il primo è programmato per venerdì 7 giugno, alle ore 18,30 e vedrà Francesca Macera (foto in primo piano, a sinistra), storica dell’arte, illustrare il tema: “Tina, Frida, Diego. Tre anime del Messico rivoluzionario”.

Gli altri due appuntamenti, quello del 12 e del 25 luglio prossimi, sono fissati per le ore 21: in entrambi ci sarà lo stesso oratore,  Fabio Marcelli dell’Università degli studi di Perugia. Nella serata del 12 luglio si approfondirà il tema: “Rivoluzione donna: storia di artiste nel Novecento”, nell’ultimo appuntamento, invece, il tema sarà: “On Street: la visione sociale dell’arte”.

La mostra

La dottoressa Macera è colei che ha ideato e curato il percorso espositivo della mostra e sarà quella che guiderà il pubblico «alla scoperta di tre personalità artistiche che animarono il clima culturale del Messico post-rivoluzionario:  il pittore Diego Rivera (1886 – 1957), Frida Khalo (1907 – 1954) e, ovviamente, Tina Modotti che con loro strinse un sodalizio artistico, fatto di reciproci scambi, oltre che una profonda amicizia».

«Con Fabio Marcelli lo sguardo si sposterà verso i nostri giorni, perché rifletteremo sulle artiste che hanno segnato l’arte del Novecento ed oltre e sul ruolo dell’arte contemporanea quale testimonianza di impegno civile e sociale».

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