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Jesi Valorizzazione chiesa San Nicolò, obiettivo difficile

Il Comune dovrebbe concordare con i privati le opportune modifiche al progetto dell’ex convento, salvaguardando il più possibile il monumento, e realizzare il Centro disabili in locali più idonei di quelli situati alle Giuseppine

Jesi, 22 dicembre 2022 – L’obiettivo di valorizzare la chiesa di San Nicolò, il più antico monumento della città, da molti anni perseguito, ritengo sia ormai difficile da raggiungere.

Infatti l’interesse dei privati, proprietari dell’ex convento delle Giuseppine, a realizzare appartamenti in quella struttura, è prevalso, purtroppo, su quello generale.

Perché questo sia accaduto è difficile da dire.

L’ipotesi più nobile, non volendo pensar male, riguarda una sorta di incuria culturale delle amministrazioni comunali che si sono succedute negli ultimi venti anni.

E fortuna che il Tar Marche ha bocciato dieci anni fa il progetto dei privati approvato dalla Giunta Belcecchi.

Ma nel 2021 il progetto, del tutto simile a quello di allora, ma con la normativa urbanistica variata, è stato approvato dalla Giunta Bacci.

E ancora una volta è intervenuto il Tar, con una sospensiva, a sostegno di una legittima richiesta della Sovrintendenza regionale, rivolta a salvaguardare almeno una parte della chiesa. Per questo motivo sarebbe necessaria una variante al progetto.

Il Comune è doppiamente interessato, intanto per questo motivo, ma anche perché la Giunta Bacci ha acquistato dai privati il piano terra dell’edificio, con parte del lascito di Daniela Cesarini, per realizzarvi un Centro disabili.

Nonostante la contrarietà espressa dall’Anfass e da altre associazioni e relativa alla inadeguatezza di quei locali.

Cosa possono fare gli attuali amministratori comunali, senza attendere che a settembre del prossimo anno il Tar si pronunci definitivamente?

Certamente due cose: concordare con i privati le opportune modifiche del progetto, salvaguardando il più possibile San Nicolò, e realizzare il Centro disabili in locali più idonei di quelli situati nell’ex convento.

Si meriterebbero, in tal modo, un grande plauso.

Gabriele Fava

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