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JESI VIOLENZA CONTRO LE DONNE, ASSOCIAZIONI UNITE NELLA DENUNCIA SOCIALE

Lo scorso anno sono stati 41 in città gli accessi all’assistenza

 

JESI, 20 novembre 2018 – “La violenza contro le donne è una sconfitta per tutti”. E’ questo il motto che tutte le associazioni “rosa” cittadine hanno scelto per le prossime manifestazioni incentrate nella denuncia/condanna delle violenze contro il genere femminile.

La presentazione delle iniziative, in programma da venerdì 23 a domenica 25 novembre, ha fatto registrare l’assenza più che giustificata dell’Assessore alle pari opportunità Marisa Campanelli, costretta a rinunciare per l’influenza che in questi giorni sta contagiando tante persone. In un messaggio diffuso tra le rappresentanti delle associazioni femminili ecco il pensiero della Campanelli: “Le iniziative di quest’anno più che mai danno importanti messaggi sotto diversi punti di vista. Ci sono incontri e conferenze per sensibilizzare sulle tematiche riconducibili alla violenza contro le donne. Ma poi – prosegue il messaggio – c’è anche un messaggio di tipo visivo dato dalle installazioni che verranno messe in Piazza della Repubblica, con le scarpette che saranno colorate di rosso come segnale di contrasto alla violenza. E’ un messaggio di forte impatto per la cittadinanza, reso possibile anche grazie alla piena collaborazione del Liceo Artistico i cui ragazzi che si sono messi all’opera per dare una mano rispetto a questa installazione per fare in modo che il messaggio che si intende trasmettere sia particolarmente efficace. Ritengo importante – conclude la Campanelli – che si rafforzi questa rete tra istituzioni, scola, famiglia e associazionismo per contrastare un fenomeno che sta prendendo sempre dimensioni enormi e preoccupanti”.

A quest’ultima considerazione si è allacciata la rappresentante di Fidapa, Francesca Pentericci, che ha rimarcato come in Italia ci sia una donna ammazzata ogni due giorni. L’iniziativa di quest’anno ha coinvolto fattivamente anche il Comune che ha messo a disposizione tutto quello che sarà necessario per “vivere” queste tre giornate. Un grazie è stato rivolto dalla Pentericci al prof. Massimo Ippoliti, del Liceo Artistico che a sua volta ha esteso i ringraziamenti ai suoi colleghi insegnanti ed ai ragazzi che hanno partecipato al progetto (loro il progetto del manifesto) e che saranno protagonisti delle tre giornate. Grazie al coinvolgimento di altri colleghi insegnanti piazza della Repubblica assumerà un aspetto singolare, caratterizzato da quelle scarpe che i ragazzi hanno simboleggiato ed esaltata da una scarpa gigantesca non colorata che i cittadini saranno chiamati ad abbellire.

Tra le associazioni che hanno aderito c’è anche il “Comitato abitanti centro storico di Jesi” che per il pomeriggio di domenica, dalle ore 16 alle 18, ha organizzato una iniziativa in Piazza Sansovino (nota agli jesini come gli Spiazzi). Qui, attorno alla panchina rossa inaugurata l’8 marzo scorso si dovrebbero ritrovare gli insegnanti e gli studenti delle scuole cittadine che saranno invitati “a trovare parole, testi, poesie o canzoni sulla loro idea di amore, concentrandosi sulla propria affettività ed empatia”.

Anche Emanuela Bartolini dell’associazione “Non una di meno” ha ringraziato studenti e professori per poi addentrarsi in una “fotografia” della situazione delle donne nelle Marche ed a Jesi. Al 31 dicembre 2017 sono state 409 le donne che si sono rivolte ai Centri antiviolenza delle Marche; sono 270 (il 66%) quelle prese in carico e assistite con un percorso dedicato. Il 69% è di nazionalità italiano, il 40% è sposata, il 27,4% ha un diploma di scuola media superiore e il 12,2% è laureata. Il 31,8% risulta occupata mentre il 18,5% è disoccupata in cerca di occupazione.

L’autore della violenza è per il 53,7% di nazionalità italiana; il 50,6% è costituito da mariti, fidanzati e conviventi, per il 31,5% dei casi l’uomo violento ha un lavoro stabile e per il 21% è noto alle forze dell’ordine. Il 10% delle 409 donne/vittime ha subito “conseguenze fisiche gravi”. Sempre dall’analisi resa nota in Regione risulta che alle violenze domestiche hanno assistito, con modalità diverse, 140 figli maggiorenni e 326 minorenni. Ben 124 donne (46,6%) delle 266 che hanno intrapreso azioni dopo la violenza hanno denunciato il maltrattamento (8 – 10% in più rispetto al valore medio nazionale).

La situazione a Jesi non è certo trascurabile; nell’anno preso in considerazione (2017) gli accessi all’assistenza sono stati 41 (quasi l’1% della popolazione), l’80% di loro ha telefonato al centro antiviolenza, il rimanente 20% si è rivolta direttamente alle forze dell’ordine.

Da venerdì prossimo queste situazioni del mondo femminile saranno sicuramente oggetto di riflessioni che, ci si augura, non rimangano tale, ma incidano sui comportamenti dei cittadini in generale e sui maschi in particolare.

Sedulio Brazzini

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