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JESI Virginia Barchiesi nominata Alfiere della Repubblica

«Per l’impegno profuso in difesa dei diritti dei bambini migranti e dei giovani rifugiati. Per la ricerca e la promozione di un linguaggio che cancelli i pregiudizi e aiuti l’inclusione»

JESI, 22 aprile 2020 Virginia Barchiesi è Alfiere della Repubblica.

Il presidente Sergio Mattarella ha consegnato le benemerenze a 25 giovani tra i 9 e i 19 anni, e tra questi anche alla 17enne jesina che frequenta il Liceo Classico Vittorio Emanuele II.

«Per l’impegno profuso in difesa dei diritti dei bambini migranti e dei giovani rifugiati – si legge nella motivazione -. Per la ricerca e la promozione di un linguaggio che cancelli i pregiudizi e aiuti l’inclusione».

Virginia Barchiesi (la seconda da destra)

«Giovane volontaria, appassionata di letteratura e lingue straniere, fondatrice del gruppo “Younicef – Young for Unicef” della regione Marche. In questi anni ha organizzato eventi di raccolta fondi e di sensibilizzazione, diffondendo con passione la missione dell’Unicef nella sua realtà territoriale».

alfieri della repubblica

Gli alfieri della Repubblica al Quirinale

«Molto intenso è stato il suo impegno sul tema dei minori stranieri non accompagnati: ha organizzato nelle scuole numerose assemblee, fino a coinvolgere duemila studenti. Virginia ha, poi, collaborato alla realizzazione di laboratori sui diritti dell’infanzia dedicati ai bambini migranti e all’insegnamento della lingua italiana per giovani rifugiati. Si è distinta nel lavoro di promozione culturale, e in particolare, nella ricerca di narrazioni che eliminino tracce di odio e pregiudizio: questo lo spirito del Ted Talk dal titolo “We Want to Belong!”, in occasione della Giornata mondiale del Rifugiato, e poi dei suoi contributi per il blog internazionale dell’Unicef “Voices of Youth” sulla guerra in Siria».

«Se non coinvolgiamo i giovani e i migranti – diceva Virginia nel suo Ted Talk -, se non diamo loro una possibilità di entrare nella vita pubblica, se non li facciamo sentire parte di una comunità dove hanno un ruolo specifico e dove sono ascoltati, stiamo togliendo loro il senso di appartenenza. Il terrorismo, i foreign fighter, le forme d’odio e violenza nelle scuole: derivano tutti da questo mancato senso di appartenenza. Se vogliamo lottare contro la violenza, l’odio, il fanatismo e il terrorismo questo è ciò che dobbiamo fare: dobbiamo coinvolgere le persone, dobbiamo includerle, dobbiamo dare loro un posto al tavolo delle decisioni».
Paolo Gubbi, coordinatore della Consulta per la Pace di cui l’Unicef fa parte, esprime grande soddisfazione.

Proprio con la Consulta, Virginia aveva letto un anno fa le poesie in lingua originale dello scrittore palestinese Mahmoud Darwish nell’ambito dell’incontro “Restiamo umani”.

Un orgoglio per la città e per il Paese tutto.

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