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Cronaca

JESI Virus cinese, Tommaso Urbani: «Una brutta storia già vista»

Dalla Nigeria dove lavora per una Ong italiana impressioni e ricordi del figlio del grande medico che identificò la Sars e ne fu vittima

JESI, 26 gennaio 2020 – «Una brutta storia già vista, ci ho pensato subito quando ho letto la notizia».

Tommaso Urbani, figlio del medico Carlo Urbani – il primo a identificare e classificare la Sars o polmonite atipica, la malattia al centro dell’epidemia esplosa in Estremo Oriente tra il 2002 e il 2003 provocando 775 vittime accertate, tra cui lui stesso -, commenta così la notizia della diffusione in Cina del Coronavirus, un virus che sembra proprio simile alla Sars.

Tommaso Urbani e Laura Boldrini

Tommaso Urbani e Laura Boldrini insieme per il Premio Carlo Urbani

Tommaso Urbani si trova attualmente in Nigeria, dove lavora per conto di una Ong italiana: «Eravamo in Vietnam: avevo 16 anni, mio fratello 7 e mia sorella due anni. Mio padre stava andando a Bangkok quando in viaggio ha sentito i primi sintomi della Sars, ha telefonato a mia madre raccomandandole di rientrare in Italia. Quando ho appreso la notizia di questo virus dalla Cina ho pensato subito alle similitudini che ci sono e che questa era una brutta storia già vista».

Il dottor Carlo Urbani viene ricoverato in ospedale a Bangkok mentre la sua famiglia torna in Italia. L’amore per il prossimo che lo ha accompagnato tutta la vita, gli fa rinunciare anche all’ultimo abbraccio per evitare ogni possibilità di contagio. La moglie gli resta vicina, ma nessun incontro diretto è più possibile. Dopo avere ricevuto i sacramenti, Carlo Urbani muore il 29 marzo 2003.

Carlo Urbani

Quest’anno l’anniversario della morte del medico di Castelplanio si terrà a Moie dove l’Associazione Carlo Urbani (Aicu), presieduta da Tommaso Urbani, organizza la quinta edizione del Premio che porta il suo nome. Sarà presente anche Laura Boldrini, presidente della Camera dei deputati nella XVII legislatura, promotrice del Premio.

«Ci troveremo nell’aula magna del Polo scolastico Mics di Moie il 28 marzo per la quinta edizione del Premio – spiega Tommaso – che assegna borse professionali sanitarie per vari progetti. Mio fratelo Luca, infatti, adesso si trova in Senegal: due medici senegalesi hanno vinto la borsa, grazie alla collaborazione di una Onlus di Torino, e stanno lavorando in due villaggi. Luca si trova lì per monitorare la situazione e per consegnare gli astucci che studenti e studentesse di Castelplanio hanno realizzato a mano a Natale».

Eleonora Dottori

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