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JESI VITO SFORZA E LA REALTÀ MANIPOLATA

L’influenza delle nuove tecnologie ci proietta in un universo che percepiamo come reale ma che, di fatto, è assolutamente virtuale: a Palazzo Bisaccioni la mostra con 22 scatti artistici

JESI, 1 novembre 2019 – Da oggi, venerdì 1 novembre, Palazzo Bisaccioni (foto in primo piano) – in Piazza Colocci – ospiterà la mostra di fotografia artistica – composta di 22 scatti – di Vito Sforza, dal titolo provocatorio “IOSONOFALSO. La realtà manipolata”.

Vito Sforza

Vito Sforza

Curata da Alessandro Pertosa, il catalogo contiene anche testi di Giancarlo Bassotti, Vito Sforza e Maria Rita Bartolomei, l’esposizione è realizzata con il patrocinio della Fondazione della Cassa di Risparmio di Jesi e resterà allestita fino al 19 novembre. IOSONOFALSO è un progetto artistico a carattere fortemente socio-culturale, attraverso il quale Vito Sforza tenta di evidenziare il ruolo ormai performativo svolto dalle nuove tecnologie, dai media e soprattutto dai social media, nell’influenzare lo “sguardo” degli utenti, singoli individui o masse.

«L’attuale società dell’immagine è una società dell’apparire per eccellenza, dove la cultura commerciale e consumistica ha preso il sopravvento – spiega Bartolomei – I vari “profili” che ognuno può crearsi rendono di certo l’individuo postmoderno versatile, poliedrico e capace di muoversi su livelli molteplici e diversi. Tuttavia, senza quasi accorgersene, ognuno di noi è proiettato in un universo che percepisce come reale ma che, di fatto, è assolutamente virtuale. In un mondo sempre più veloce, alienante ed esigente, se da un lato la sovrapposizione di identità plurime favorisce la resilienza, dall’altro lato, offusca l’umanità dell’uomo e lo confonde con il paesaggio circostante, dando vita ad uno scenario di perfetta e sfumata Realtà Manipolata». À

«L’intento dell’autore è dunque quello di mettere in guardia ogni fruitore dal progressivo processo di falsificazione di cui è vittima, e di sensibilizzarlo all’acquisizione di una maggiore consapevolezza del proprio sé e dei propri bisogni effettivi ed affettivi, dell’importanza di entrare in contatto con desideri originali e originari, della necessità di recuperare uno sguardo autentico su se stessi, sugli altri, sulla natura e sul mondo».

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