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Cronaca

JESI VIVONO DA MESI CON LE FINESTRE CHIUSE PER VIA DEI CATTIVI ODORI MA IL COMUNE ANCORA NON INTERVIENE

JESI, 14 luglio 2015 – È una storia infinita quella che vede coinvolti una donna, madre di due figli, ed un uomo; entrambi abitano in via XX Settembre, in abitazioni di loro proprietà. La casa dell’uomo, secondo quanto affermato dalla controparte, risulterebbe abbandonata da molti anni e, si sa, il tempo lascia molti segni negli immobili. In questo caso ad infastidire (il vocabolo non rende appieno la realtà) la signora sarebbe principalmente la condizione in cui versa il cortile di proprietà dell’uomo: invaso da erbacce, rovi e, di conseguenza, facile ricettacolo di bestie di varie specie, tra le quali i fastidiosi topi di città. Non mancano, logicamente, escrementi sia dei roditori, così come di volatili ed altre bestie.
Il balcone posteriore della signora si apre proprio sul cortile del vicino e quindi quella famiglia ha sempre sotto gli occhi quello spettacolo e corre il rischio di trovarsi in casa qualche animale non gradito. Per tale ragione ed anche per il cattivo odore che emana quell’area sottostante, la famiglia della donna è costretta a vivere con le finestre chiuse. Senza contare, poi, che una situazione del genere ha provocato anche una notevole riduzione del valore dell’immobile della donna. Questa, per salvaguardare gli interessi e la famiglia ha cercato più volte di contattare il proprietario dell’immobile, ma non è riuscita a cavare un ragno dal buco. Alla fine, stanca di bussare a tante porte, compresa quella della Polizia Locale, si è rivolta ancora una volta (era il 4 febbraio 2015) all’Ufficio Igiene e sanità pubblica dell’Asur che il primo giugno scorso ha disposto un sopralluogo per accertare lo “stato di abbandono e degrado del cortile di proprietà di A. M. ”. L’ispezione si è svolta alle 12,30 e gli ispettori hanno accertato che “dall’abitazione della signora P. M. ed alla presenza di costei, il personale operante ha constatato che il cortile di proprietà di A. M. era completamente invaso da vegetazione infestante, in mezzo alla quale erano ancora visibili le ramaglie tagliate, le parti arboree ed il telaio rottamato del dondolo da giardino già potuti osservare nella precedente visita ispettiva del 4 febbraio dell’anno corrente. Nel corso del sopralluogo – prosegue la relazione inviata al Sindaco di Jesi – si è inoltre riscontrata la rilevante presenza d insetti e, tenuto conto dello stato dei luoghi, non è da escludere che il cortile costituisca un ricettacolo di ratti e/o altri animali indesiderati di cui la signora P. M. ha riferito diversi avvistamenti e introduzioni nella propria casa”. Oltre a quanto rilevato “sul campo”, gli ispettori hanno constatato presenza di umidità e muffa nell’abitazione della signora che la stessa attribuisce al cattivo stato di manutenzione dei muri e della copertura “dell’adiacente fabbricato di proprietà di A. M.” dove manca una parte del canale di gronda e dove la parte esistente risulterebbe intasata dalla vegetazione.
A completare la relazione gli ispettori affermano che dalla precedente ispezione del 4 febbraio a quella del 1° giugno, le problematiche “non solo non sono diminuite, ma aumentate e la situazione igienica del predetto cortile è diventata precaria”. Stante questa situazione il responsabile del Servizio Igiene e Sanità Pubblica propone al Sindaco “di ordinare al signor A. M. e ad altri eventuali proprietari o titolari (da identificare) di diritti reali o personali di godimento, di procedere all’immediata bonifica del cortile in questione, alla corretta rimozione della vegetazione infestante e dei materiali e oggetti che lo ingombrano, ad una adeguata disinfestazione e derattizzazione ed a mantenerlo inoltre in ordine, in buono stato di conservazione e pulizia”. Questo è quanto richiesto al Sindaco, ma la relazione degli ispettori non si ferma qui; invita, infatti, A. M. a mettere mano alla riparazione dei canali di gronda, a “ripristinare la funzionalità del canale di raccolta delle acque meteoriche posto sul retro del fabbricato ed, ognuno per la propria competenza, unitamente ai proprietari del fabbricato, verosimilmente la signora P. M., dovrà essere obbligato alla realizzazione di impianti per la raccolta e l’allontanamento di acque meteoriche delle coperture che ne sono prive”. Oltre a ciò la relazione caldeggia l’adozione di provvedimenti che eliminino l’umidità nella casa della signora.
A tutt’oggi nessuno è più intervenuto su quell’abitazione abbandonata, né il proprietario, né il Comune al quale il 9 giugno scorso è stata notificata la relazione con le relative notizie su quanto più volte denunciato dalla signora P. M., logicamente stanca di aspettare che chi di dovere prenda i provvedimenti del caso.
(Sedulio Brazzini)

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