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Cronaca

LA LETTERA AMPLIAMENTO DISCARICA “CORNACCHIA”, IL COMUNE DI CASTELBELLINO SCRIVE AI CITTADINI DI MAIOLATI

CASTELBELLINO, 2 dicembre 2015 – Nei giorni scorsi l’Amministrazione Comunale di Maiolati ha affisso nei comuni della Vallesina un manifesto da “retorica di regime” con i nomi del Sindaco e del Vicesindaco di Castelbellino proposti al pubblico dileggio; si comprende, ma non si giustifica, il perché di tale iniziativa. Nell’ultimo anno e mezzo, l’Amministrazione Comunale di Castelbellino è stata impegnata a far comprendere all’Amministrazione Comunale di Maiolati che il progetto di ampliamento della discarica Cornacchia è fuori luogo. E’ inoltre fuori tempo, in quanto il sito della Cornacchia ha “già dato” svolgendo attività per trenta anni come discarica controllata e per altri quindici anni precedentemente come discarica incontrollata. E’ tardivo, sia in relazione alle nuove direttive europee, nazionali e regionali e prossimamente, lo sarà anche in relazione al prossimo piano di ambito provinciale sui rifiuti, in itinere; è politicamente sbagliato, perché non condiviso con le comunità limitrofe. Non gode, inoltre, dello status di pubblica utilità, in quanto tutti i nostri rifiuti, sia rsu che speciali, finiranno prossimamente a Corinaldo. In questa comunicazione, l’Amministrazione scrivente non farà alcun nome, ne riferimenti alle persone, con senso di rispetto nei confronti della cittadinanza maiolatese, parlando esclusivamente di scelta politica dell’Amministrazione e del Consiglio Comunale di Castelbellino.
La prima risposta dell’Amministrazione Comunale di Maiolati, nei giorni scorsi, con il primo manifesto sulla trasparenza e l’onesta, che sottointende evidentemente alla disonestà degli amministratori di Castelbellino, è stata quella di accusare Sindaco e Vicesindaco, evidenziando cambi di giudizio in merito all’ampliamento invece di rispondere alle obiezioni rivolte: in tale documento, non si racconta di quale tipologia di rifiuti si è sempre dibattuto nelle assemblee societarie, di quale ampliamento e di quale impianto di trattamento si è sempre parlato per tanti anni, di quale terreno di proprietà dei Comuni è stato sempre discusso nelle assemblee degli enti e delle società interessate al ciclo dei rifiuti.
Consigli Comunali, Cis, Sogenus; mai si è votato per il progetto, che è, e resta, una prerogativa non condivisa del proponente Comune di Maiolati.
Dei “nostri rifiuti” abbiamo sempre dibattuto per ventotto anni, lo hanno fatto tutte le amministrazioni succedutesi in ogni Comune, di ogni sensibilità politica, anche chiedendo più risorse al Comune di Maiolati, che si è ben guardato dal concederne come intervento di compensazione economica e come progetto solidale di guida politica all’interno di un intero territorio; ma questo era il passato.
Il presente, invece, è rappresentato dai rifiuti speciali provenienti da mezza Italia con un ente pubblico, il Comune di Maiolati, che si vuol trasformare in un imprenditore desideroso di trasformare utili di impresa in investimenti senza considerare la questione ambientale ed il patto decennale di convivenza civile e di responsabilità assunta dalle comunità limitrofe all’impianto che ci pregiamo di rappresentare nelle loro preoccupazioni; compresa la comunità di Moie. Compresa Maiolati, tutta.
Tra l’altro, nel manifesto più volte citato, vengono richiamate date e si richiamano addirittura prese d’atto all’unanimità nel novembre 2013, che nemmeno si votano in assemblea, in un periodo nel quale l’ampliamento della discarica Cornacchia proposto dal proponente aveva addirittura ottenuto un preavviso di rigetto con conseguente diniego da parte della Provincia di Ancona, corredato da una ventina di pagine di osservazioni. Tra l’altro, si richiama e si coinvolge la Sogenus, società in house providing dei comuni, alla quale il Comune di Castelbellino non ha mai svolto alcun rilievo come soggetto gestore tecnico ed esecutivo dell’impianto di smaltimento. Quell’impianto “figlio” della responsabilità politica degli amministratori di trenta anni fa che risolse un grave problema ambientale per le nostre comunità. Oggi, gli eredi politici attuali di Maiolati, vogliono sostituire il principio della salvaguardia ambientale, del passato, con il principio del far soldi, per il presente. E non solo i politici, ma anche molti altri interessati.
In conseguenza a tale erronea scelta politica, l’Amministrazione Comunale di Maiolati non riesce a ben comprendere che la gestione dei rifiuti, le linee guida, le normative, stanno cambiando. E non si rende conto, che così facendo, deteriora anche una straordinaria responsabilità che la comunità di Maiolati si è accollata nel tempo per decenni nell’ospitare un impianto di vera e certa pubblica utilità, anche a vantaggio del territorio provinciale (insieme a quella di Castelbellino, gratis, però, anche se ha goduto di alcune ricadute positive su strutture e servizi). Responsabilità ricambiata con vantaggi economici impressionanti.
Qui termina la ragione amministrativa di Maiolati.
In verità , nell’esercizio della retorica dei soldi destinati, a dir degli amministratori di Maiolati, all’interesse pubblico, che per gli stessi coincidono con i lavori pubblici per il proprio Comune, non si accettano le rivendicazioni di un fine vita della discarica richieste dagli amministratori di Castelbellino, i quali vogliono rappresentare “l’altro” interesse pubblico da mettere sul piatto della bilancia. I soldi, il Comune di Castelbellino non li vuole, e non li vorrà, anche se dopo la sua opposizione è stato fatto il generoso gesto di metter mani al portafogli con promesse eloquenti di carattere economico (sempre rifiutate, come ricorda il Sindaco di Castelbellino); la municipalità di Castelbellino vorrebbe un fine vita ben guidato che salvaguardi i lavoratori, una studio di fattibilità di riconversione dell’attività Sogenus e del sito della Cornacchia, una gestione post mortem per l’impianto in condizioni di sicurezza. Linee programmatiche già approvate dal Consiglio Comunale di Castelbellino mesi fa. Per primi.
Ringraziamo il Comune di Maiolati per evidenziare così palesemente che al primo posto tra i “nemici pubblici”, ci sono coloro i quali sono stati i primi a sollevare obiezioni ed opposizioni pratiche, i primi ad iniziare questa battaglia di rivendicazione per il territorio con atti formali, i primi a sollecitare istituzioni e cittadini su un tema così complesso. I primi anche ad alzare i toni dello scontro, che è divenuto tale dopo mesi di inascolto e scherno. Ora risulta chiaro a tutti comprendere chi si è messo di traverso; poi tanti altri soggetti politici e associativi si sono aggiunti. Ci siamo meritati il manifesto numero uno, anche se altre forze politiche e consiliari avevano già sollevato inascoltate il problema all’interno della comunità di Maiolati. Questo è un grave errore che per nulla tange le certezze degli amministratori di Castelbellino, anzi le rende ancor più forti e credibili agli occhi di chi giudica senza schemi o interessi precostituiti. La rivendicazione a nome di tutto un territorio, così contrastata, presenta un quadro inquietante di pochezza delle ragioni amministrative e politiche degli amministratori di Maiolati che pensano di recuperare gli errori inanellati con il manto accusatorio e poco veritiero di un manifesto. I cittadini di Maiolati sapranno valutare con raziocinio.
Richiamavamo la retorica: ora anche la scrivente Amministrazione ha da fare un po’ di domande retoriche agli amministratori di Maiolati.
Proposta l’idea della disonestà degli amministratori di Castelbellino, figlia del paventato cambio di idea, tale giudizio sarà rivolto anche ai Comuni di Monte Roberto, di Montecarotto, di Jesi, e dei tanti altri che si stanno esprimendo e si esprimeranno in contrarietà all’ampliamento? Anche questi Comuni erano presenti alle assemblee richiamate. Sono tutti voltagabbana? Hanno chiesto tutti i soldi senza ottenerli e si vendicano? O qualcosa non ha funzionato? Cosa non ha funzionato? Gli altri sono tutti incapaci o non ha funzionato la manovra ed il manovratore?
Perché nel progetto di ampliamento non si sono coinvolti compiutamente i Comuni, il Cis e l’Ata Rifuti? Si temevano le osservazioni dei Sindaci?
Perché si è voluto fare in fretta ed in furia un ampliamento, arrancando addirittura in osservazioni preventive sul nuovo piano regionale sui rifiuti (ben conoscendo quindi gli indirizzi programmatici e le linee normative in esso contenute) quando la stessa legge regionale stava decretando l’impianto di Maiolati come una discarica in esaurimento?
Perché non sono state coinvolte le comunità locali, le municipalità, le forze politiche, le forze sindacali, il mondo economico produttivo, in una discussione democratica e preventiva, sui temi dell’ampliamento, della normativa, sui temi ambientali e sanitari?
E’ forse difficile spiegare che nella Regione Marche, contrariamente a quanto vogliono far credere il Comune di Maiolati ed i vertici della Sogenus, c’è capacità di smaltimento per abbancamento tripla rispetto al fabbisogno di smaltimento di rifiuti speciali delle nostre attività economiche regionali? E’ forse difficile spiegare che i rifiuti speciali prenderanno la via di Corinaldo, come prevede l’ampliamento del sito e come prevederà il prossimo piano d’ambito? E’ forse difficile spiegare che alla Cornacchia, passando per l’abitato di Castelbellino (e non li faremo passare più qualora venisse approvato l’ampliamento!) arriveranno i camion da mezza Italia per importare rifiuti speciali prodotti in altri luoghi depositandoli sopra le nostre teste dopo un lungo viaggio?
Si fa prima a prendersela con il Sindaco, il Vicesindaco e gli amministratori di Castelbellino.
A proposito, per concludere, il Comune di Maiolati manda tanti bei messaggi ai dipendenti Sogenus; ma perché non spiega loro ed alla comunità amministrata che ha votato contro la proposta del Comune di Castelbellino di destinare i maggiori utili di impresa Sogenus in un fondo di accantonamento destinato proprio ai lavoratori per creare scivoli verso la pensione, incentivi alla riassunzione in altri impianti, riconversione aziendale e più risorse per la gestione dei lavoratori nel post mortem?. Molte parole, tanta ira, ma peccano i fatti.
Il compito del Comune di Castelbellino è quello di pensare a tutti, nel territorio; a chi ci lavora, ma anche a chi ci vive, a chi ci investe, a chi vuole un ambiente con meno pericolosità, a chi si pone il problema delle indagini sanitarie preventive, a chi ha delle sensibilità diverse, alle aziende che smaltiranno negli impianti autorizzati e previsti nella programmazione e nel piano d’ambito. Un giorno, quando la questione sarà risolta, i lavoratori dell’impianto ed i cittadini comprenderanno bene di chi saranno le varie responsabilità. A partire da quelle politiche. E si comprenderà bene la differenza tra il senso amministrativo di chi riconosceva la pubblica utilità, senso che con responsabilità il Comune di Castelbellino ha sempre avuto finchè si smaltivano gli rsu, dal senso dell’interesse dell’impresa economica pubblica spacciata per pubblica utilità; raccontata, ed a volte narrata, come tale, in realtà si tratta dell’operato di un ente che intende sfruttare i vecchi pertugi giuridico-normativi superati dalla nuova programmazione regionale (che tra l’altro già vietava gli ampliamenti fuori programmazione), il quale, non vuole fermarsi di fronte all’evidenza dei fatti. Trascurando del tutto le preoccupazioni dei cittadini per altri dieci o quindici anni di attività dell’impianto insalubre.
Una discarica per rifiuti speciali non pericolosi già quarantennale, non un parco giochi o un parco naturalistico. Almeno in quei casi, provenienti da lontano, invece dei rifiuti, avremmo avuto dei turisti.
L’Amministrazione Comunale di Castelbellino

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